Si sente male dopo avere inalato gas: detenuto muore in ospedale a Cagliari

AGGIORNAMENTO: Uta, detenuto tenta il suicidio con il gas. “È in rianimazione da diciotto giorni”

Tragedia in carcere a Uta. Un giovane ucraino di 33 anni detenuto nell’istituto di pena cagliaritano ‘Ettore Scalas’ è morto dopo aver inalato del gas mentre era all’interno della sua cella. Lo rende noto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione ‘Socialismo Diritti Riforme’.

Il ragazzo, che avrebbe compiuto 34 anni il prossimo 31 maggio, si è sentito male nella cella che condivideva con un altro detenuto. È stato quest’ultimo, durante la notte, ad accorgersi del grave malessere, a soccorrerlo e ad allertare gli agenti della polizia, che si sono subito attivati per salvargli la vita. Poi l’intervento dei medici del 118 che sono riusciti a rianimarlo. Il successivo ricovero nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari non è però servito a garantirgli la sopravvivenza. Appresa la notizia, la madre del ragazzo ha autorizzato l’espianto degli organi, che sono stati donati.

“La vicenda del giovane ucraino, probabilmente abituale consumatore di gas per stordirsi e alleviare così il suo profondo disagio, induce a riflettere – osserva la presidente dell’associazione – su diversi aspetti. Innanzitutto la questione dell’uso dei fornellini per scaldare o cuocere le vivande in cella. Le nuove strutture penitenziarie, come quella di Cagliari-Uta, dovevano essere dotate di prese elettriche per i fornelli ma in realtà quel progetto, che avrebbe eliminato l’uso improprio del gas, non è mai stato realizzato in nessuno degli Istituti di Pena dell’isola.  C’è poi la questione della prevenzione dei suicidi che – aggiunge Caligaris – non può essere risolta con un pur utile elenco di possibili candidati da affidare alla sorveglianza speciale a vista. Serve un progetto che coinvolga diverse figure professionali”.

[Nella foto: una cella del carcere di Uta]

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