Servitù militari, spariscono gli indennizzi per il 2010-2014

Sui denari destinati alle opere pubbliche di cui dovrebbero beneficiare la Regione e i comuni sardi per la massiccia presenza di poligoni e servitù militari va in scena la beffa. Stando a quanto emerge dall’odierna riunione del Comipa (Comitato misto paritetico che si occupa di armonizzare le servitù militari dell’Isola), infatti, gli indennizzi relativi al periodo 2010 – 2014 sono caduti in perenzione, vale a dire non sono più esigibili (e il motivo del loro mancato stanziamento è ancora tutto da chiarire). Inoltre, stando alle somme relative alle annualità 2015 e 2016 – da inserire nel nuovo quinquennio 2015-2019 – per il futuro ci saranno molti meno soldi a disposizione.

Lo rivela, dati alla mano, lo storico membro di nomina regionale del Comipa Gianni Aramu: “I militari hanno comunicato che gli indennizzi del quinquennio 2010-2014 non potranno essere incamerati dalla Regione”. “Il buon esito della vertenza si trasferisce dunque sul piano del braccio di ferro politico”, spiega Aramu. E aggiunge: “Perenzione a parte, quaderno alla mano emerge che la Difesa ha stanziato per il periodo 2010-2016 12,2 milioni di euro, una somma nettamente inferiore a quella corrisposta per il periodo 2005 – 2009, quando erano stati versati nelle casse della Regione 15 milioni di euro, vale a dire tre milioni di euro l’anno”.

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Se si parla di soldi e servitù militari, insomma, sembra valere l’adagio per cui piove sempre sul bagnato: le proiezioni relative agli indennizzi relativi al 2015-2019 sono al ribasso. Nel corso della riunione, infatti, “i militari hanno fatto sapere che ci sono a disposizione solo 1.924.000 euro per l’annualità del 2015 e 2.014.000 per il 2016, vale a dire un milione di euro all’anno in meno rispetto alle somme del periodo 2005-2009, saldate nel 2012”, argomenta sempre Aramu, che attacca: “Abbiamo rispedito al mittente la proposta, vogliamo i soldi che ci spettano, a cominciare dal periodo 2010-2014”,

La notizia era, entro una certa misura, già visibile nel decreto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva fissato per ogni regione le percentuali per il conteggio degli indennizzi. Quell’atto, infatti, aveva sancito una riduzione del 10% della quota attribuita alla Sardegna, a favore delle altre regioni ( Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Sicilia). Dunque, nonostante le aree militari in Sardegna non siano state ridotte di un centimetro quadrato e si continui a bombardare nell’ambito dei cosiddetti giochi di guerra – che del gioco hanno poco o nulla – sull’Isola arriveranno meno denari.

Piero Loi

@piero_loi

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