In Romangia è unanime il fronte ostile alla realizzazione in Sardegna di un sito di stoccaggio per le scorie nucleari. A poche ore da Sorso, anche Sennori – l’altro paese che compone la regione storica alle porte di Sassari – si allinea alla presa di posizione dell’Anci Sardegna e vota senza defezioni l’ordine del giorno che esprime contrarietà all’ipotesi avanzata dalla Sogin, la società incaricata di localizzare, realizzare e mettere in esercizio il Deposito nazionale di smaltimento definitivo dei rifiuti radioattivi. Come emerge nel testo licenziato oggi dal consiglio comunale, si va “in coerenza con un’analoga presa di posizione risalente al 2017, quando Sennori si dichiarò denuclearizzata“.
Tra le ragioni che hanno spinto l’amministrazione guidata dal sindaco, Nicola Sassu, a non rivedere le proprie posizioni in materia vengono indicati “il pronunciamento di sardi in occasione del referendum consultivo, gli svantaggi derivanti dall’insularità, con aggravamento di costi, problemi dei trasporti via mare e rischi economici e ambientali in caso di incidenti o attacchi terroristici”. Infine, come già sottolineato da più parti in Sardegna, “il 65 per cento di servitù militari dello Stato italiano sono nell’isola e occupano 35mila ettari di territorio“.