Panama papers: c’è anche l’Emiro del Qatar, padrone della Costa Smeralda

Lo scandalo “Panama Papers” coinvolge anche i nuovi proprietari della Costa Smeralda, la famiglia Al Thani con il suo capostipite Sheikh Hamad bin Khalifa. Il suo nome compare nella interminabile lista resa pubblica da un consorzio di giornalisti d’inchiesta che hanno scoperto i file dei depositi bancari a Panama ed in altri paradisi fiscali di migliaia di potenti del mondo. Uno scandalo che tocca dunque anche la Sardegna, la terra scelta dalla famiglia Al Thani per l’investimento immobiliare in Costa Smeralda. E non solo, perché il Qatar ha investito anche nella sanità con l’acquisto dell’ex San Raffaele di Olbia e si accinge a definire l’accordo anche per diventare partner della compagnia aerea Meridiana. La prima operazione dei qatarioti in Gallura è stata quella che li ha portati ad acquistare la Costa Smeralda nel 2012. È stata Qia (Qatar investment authority), il fondo sovrano controllato dall’emiro Tamim Al Thani che opera nel mondo attraverso Qatar a prendere possesso dei beni di Porto Cervo. Ed è lo stesso fondo Qia interessato a definire l’accordo per la compagnia aerea. L’investimento nell’ospedale Mater Olbia, invece, è stato fatto da Qatar Foundation, controllato dall’ex emiro Hamad Al Thani e dalla moglie Mozah, padre e madre dell’attuale capo del paese arabo Tamim.

Hamad bin Khalifa Al Thani è stato l’emiro del Qatar dal 1995 al 2013 quando decise di cedere il suo potere al figlio spiegando che era venuto il momento di dare le leve del comando del ricco paese alle nuove generazioni. Nella pagina The Panama Papers viene spiegato nel dettaglio il percorso che ha portato l’emiro verso i paradisi fiscali: nel 2014, un anno dopo aver ceduto il potere al figlio, fu un avvocato lussemburghese a contattare lo studio Mossack Fonseca, fra le società panamensi più affidabili e segrete al mondo, quando si tratta di riciclare enormi quantità di denaro, evitare le sanzioni anti-riciclaggio ed eludere i controlli del fisco.

L’intermediazione dell’avvocato lussemburghese – si legge nella descrizione di Panama Papers – portò Al Thani all’acquisto di una società registrata nelle Isole Vergini Britanniche. La società acquisita dall’ex emiro, Afrodille S.A., sarebbe collegata a un conto corrente bancario in Lussemburgo e ad azioni in due società sudafricane. Da settembre 2013 Al Thani è stato anche l’azionista di maggioranza di Rienne S.A. e di Yalis S.A., con un deposito a termine nella Banca di Cina in Lussemburgo. Mentre Al Thani ha tenuto la maggioranza della proprietà delle due società, una quota del 25 per cento di ciascuna appartiene a un altro membro della famiglia, lo sceicco Hamad bin Jassim Al Thani, ex primo ministro del Qatar e ministro degli esteri.

Sono 12 i leader o gli ex leader di diversi paesi direttamente citati nell’inchiesta sui Panama Papers, un enorme dossier di 11 milioni di documenti pubblicato dal Consorzio internazionale di giornalismo investigativo sulla base di dati consegnati da una fonte interna allo studio legale di Panama Mossack Fonseca sull’utilizzo dei paradisi fiscali.

Costanza Bonacossa

 

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