Sassari, al via il processo per il duplice omicidio di Buddusò

Si è aperto questa mattina il processo per il duplice omicidio di Buddusò in cui il 29 aprile 2011 persero la vita Antonio e Giovanni Battista Bacciu, vittime di una guerra per terreni contesi con la famiglia Canu. Davanti ai giudici della Corte d’Assise di Sassari (presidente Salvatore Marinaro) Giovanni Antonio Canu, di 48 anni, individuato dagli inquirenti come mandante dell’esecuzione,  Salvatore Brundu, di Ozieri, di 24, ritenuto uno dei tre esecutori materiali (gli altri due sono ignoti) e poi Giovanni Manca, di 43, di Buddusò, anch’egli presunto mandante. L’accusa è duplice omicidio e duplice tentato omicidio.

Secondo il sostituto procuratore Carlo Scalas il delitto andrebbe fatto risalire alla contesa sugli usi civici, perché i Canu volevano imporre il proprio diritto sulla terra comunale attorno a Bidorosu, dove invece c’era l’ovile dei Bacciu. Il giorno i tre erano entrati nell’ovile, armati e con volto coperto da un passamontagna, e si erano avvicinati al pick-up dove fu sorpreso Giovanni Battista Bacciu, di 69, morto sotto la prima raffica col nipote Antonio, di 26, figlio di suo fratello Saverio. Il fratello Gian Marco Bacciu è riuscito a salvarsi accovacciandosi sul pavimento dell’auto. Come Gian Marco, anche Angelo Bacciu, di 23, era sopravvissuto: ferito alla spalla era riuscito a fuggire. Imputati nel processo anche Giuseppe e Mario Canu, accusati di aver custodito una pistola 9×21 che ha a che fare col delitto ma mai trovata, della quale i Canu parlano, intercettati da una microspia, nel loro ovile.  Per loro l’accusa è solo di detenzione di armi.

Questa mattina sono state presentate le liste dei testi dell’accusa e della difesa. Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Antonio Secci, Sara Luiu, Maria Speranza Benenati e Claudio Mastandrea, ha chiesto di nominare due diversi periti per la trascrizione e poi per la traduzione dal sardo all’italiano delle intercettazioni telefoniche e ambientali. La difesa ha chiesto, inoltre, ai giudici di non tener conto dell’ordinanza di custodia cautelare presente nel fascicolo del processo. Quest’ultima richiesta è stata respinta. Le parti civili, i parenti delle vittime, sono rappresentati dagli avvocati Pasquale Ramazzotti e Lorenzo Soro. Nel corso della prossima udienza, fissata per il 15 marzo, saranno ascoltati i primi testi.

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