Sarroch come Taiwan o la Serbia. Grig: “C’è la conoscenza ma manca l’azione”

I bambini residenti in prossimita’ del polo industriale di Sarroch presentano incrementi significativi di danni e alterazioni del Dna rispetto agli standard di riferimento“. Anche gli ecologisti del Gruppo di Intervento Giuridico e Amici della terra citano i risultati della ricerca pubblicati sulla rivista internazionale di epidemiologia dell’Universita’ di Oxford “Mutagenesis”.

La ricerca, effettuata su un campione di 75 bambini delle scuole elementari e medie di Sarroch (in provincia di Cagliari, vicino alla raffineria della Saras) che hanno costituito il campione della ricerca “presentano incrementi significativi di danni e di alterazioni del Dna rispetto al campione di confronto estratto dalle aree di campagna”, verosimilmente Burcei, sempre nel Cagliaritano. I risultati – si legge in una nota degli ecologisti – sono altamente preoccupanti e “in linea con quelli ottenuti da altri studi simili come quelli compiuti alla centrale termica di Taichung in Taiwan e a Pancevo, dove si trova il più grande polo petrolchimico della Serbia“, due fra i siti più conosciuti dagli epidemiologi quali luoghi a rischio di neoplasie e altre malattie provocate dall’inquinamento atmosferico.
Un’ulteriore, pesantissima, conferma – secondo il Gruppo di intervento giuridico – di quanto temuto e sostanziato nella richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione di provvedimenti inoltrata (23 febbraio 2013) dalle associazioni ecologiste relativamente all‘alta incidenza dei linfomi non Hodgkin per il periodo 1974-1993 nella popolazione maschile di Assemini, Pula e Sarroch riscontrata da Pierluigi Cocco del Dipartimento di sanità pubblica, Sezione di Medicina del Lavoro, dell’Universita’ di Cagliari.

Le risposte istituzionali. All’istanza sono pervenute le risposte del comune di Pula che ha richiesto notizie alle varie amministrazioni pubbliche competenti sulla salute dei propri cittadini anche per tutelare “l’immagine turistica del territorio”, e del comune di Sarroch con l’elencazione di una lunga serie di monitoraggi ambientali e indagini epidemiologiche attivate dagli anni ’90 del secolo scorso in poi, fra cui “uno studio trasversale sulla salute respiratoria dei bambini; uno studio comparativo con la popolazione infantile di Burcei; uno studio sulla frequenza di addotti al DNA e lo stress ossidativo nei bambini di Sarroch e Burcei” nell’ambito del progetto “Sarroch ambiente e salute”, avviato nel 2006. Lo “studio sulla frequenza di addotti al DNA e lo stress ossidativo nei bambini di Sarroch e Burcei” e’ molto probabilmente quello ora pubblicato. “C’e’ quindi la conoscenza, manca pero’ l’azione – concludono gli ecologisti – purtroppo, non si vede ancora alcun concreto provvedimento adottato per affrontare la pesante situazione di inquinamento ambientale”.
nel frattempo la procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari sta ampliando la documentazione acquisita nell’ambito di un procedimento penale per inquinamento ambientale e danni alla salute pubblica.

 

Tra i 75 bambini delle scuole elementari e medie di Sarroch  che hanno costituito il campione della ricerca “presentano incrementi significativi di danni e di alterazioni del Dna rispetto al campione di confronto estratto dalle aree di campagna”, verosimilmente Burcei (CA).Sulla prestigiosa rivista internazionale di epidemiologia dell’Università di Oxford “Mutagenesis” sono stati pubblicati i risultati di una ricerca svolta da otto ricercatori di assoluta fama internazionale (Marco Peluso, Armelle Munnia, Marcello Ceppi, Roger W. Giese, Dolores Catelan, Franca Rusconi, Roger W.L. Godschalk e Annibale Biggeri):

 

Risultati altamente preoccupanti (per non dire altro) “in linea con quelli ottenuti da altri studi simili come quelli compiuti alla centrale termica di Taichung in Taiwan e a Pancevo, dove si trova il più grande polo petrolchimico della Serbia”, due fra i siti più conosciuti dagli epidemiologi quali luoghi a rischio di neoplasie e altre malattie provocate dall’inquinamento atmosferico.

 

Le conclusioni sono chiare: “il nostro studio dimostra che i bambini residenti in prossimità del polo industriale di Sarroch presentano incrementi significativi di danni e alterazioni del dna” rispetto agli standard di riferimento.

 

Un ulteriore, pesantissima, conferma di quanto temuto e sostanziato nella richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione di provvedimenti inoltrata (23 febbraio 2013) dalle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus relativamente all’alta incidenza dei linfomi non Hodgkin per il periodo 1974-1993 nella popolazione maschile di Assemini, Pula e Sarroch riscontrata dal dott. Pierluigi Cocco (Dipartimento di sanità pubblica, Sezione di Medicina del Lavoro, Università degli Studi di Cagliari).

 

All’istanza ecologista sono pervenute le risposte del Comune di Pula (nota n. 5653 dell’8 marzo 2013), che ha richiesto notizie alle varie amministrazioni pubbliche competenti sulla salute dei propri cittadini anche per tutelare “l’immagine turistica del territorio”, e del Comune di Sarroch (nota n. 3021 del 27 marzo 2013), con l’elencazione di una lunga serie di monitoraggi ambientali e indagini epidemiologiche attivate dagli anni ’90 del secolo scorso in poi, fra cui “uno studio trasversale sulla salute respiratoria dei bambini; uno studio comparativo con la popolazione infantile di Burcei; uno studio sulla frequenza di addotti al DNA e lo stress ossidativo nei bambini di Sarroch e Burcei” nell’ambito del progetto “Sarroch ambiente e salute”, avviato nel 2006.

 

Lo “studio sulla frequenza di addotti al DNA e lo stress ossidativo nei bambini di Sarroch e Burcei” è molto probabilmente quello ora pubblicato.

 

C’è quindi la conoscenza, manca però l’azione: purtroppo, non si vede ancora alcun concreto provvedimento adottato per affrontare la pesante situazione di inquinamento ambientale.

 

E la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari sta ampliando la documentazione acquisita nell’ambito di un procedimento penale per inquinamento ambientale e danni alla salute pubblica.

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