Ritardi cronici e treni che ‘si perdono’, in Sardegna Trenitalia da incubo

Il ritardo dei treni? L’improvvisa perdita di segnale, che costringe il convoglio a fermarsi e aspettare che si risintonizzi, come accade con il ‘Tom Tom‘”. Oppure, più semplicemente, “ci sono dei guasti”.

Così un dipendente di Trenitalia in forze alla stazione di Oristano si giustifica di fronte ai pendolari che, quasi ogni giorno, sono costretti a fare i conti con i frequenti ritardi e vari disservizi.

Perché non si tratta di un caso isolato, anzi. Tutti i giorni, la linea Sassari-Cagliari arriva a destinazione con un ritardo compreso tra i dieci e i trenta minuti. La situazione non migliora nella tratta Cagliari-Macomer: anche qui i ritardi possono sfiorare i trenta minuti.

Un episodio in particolare, accaduto solo qualche settimana fa a Cagliari, si è rivelato a dir poco assurdo. Il treno si trovava fermo in stazione dalle 16,45, con tutti i passeggeri a bordo. L’unica cosa puntuale è l’annuncio della partenza, prevista alle 17: il treno infatti rimane fermo. Subito dopo si parla di cinque minuti di ritardo, che diventano dieci, fino a quando un passeggero chiede spiegazioni. “Le porte non si chiudono”, risponde compito un dipendente di Trenitalia.

Si arriva cosi ai quindici minuti di ritardo: si deve cambiar treno. Tutti i passeggeri con valigie al seguito scendono dal primo convoglio per raggiungerne un altro. Che, in teoria, era pronto a partire. Poco dopo un nuovo annuncio: il primo treno è stato sistemato. Si riscende quindi dal nuovo scompartimento per ritornare al treno di origine. Altri 5 minuti. Risultato? Le porte ancora non si chiudono e i passeggeri sono costretti ad un nuovo cambio. E così si arriva a trenta minuti di ritardo. Ma poteva andare pure peggio. Anche per questo va ricordato che superati i 60 minuti di ritardo, Trenitalia è obbligata per legge a rimborsare per intero il costo del biglietto.

Ora, la domanda sorge spontanea: “E le manutenzioni?”. Non sarebbe meglio assicurarsi prima della partenza che il treno sia nelle condizioni di viaggiare? Trenitalia conferma i controlli, quindi in teoria questi ritardi sono casuali, improvvisi, non imputabili a nessuno. Peccato che i fatti smentiscano le giustificazioni del gestore delle rete ferroviaria, visto che quasi ogni giorno i pendolari devono fare i conti con ritardi. ” Ogni giorno la stessa storia, siamo stufi ma purtroppo siamo abituati.” O ancora ” Preferisco prendere il treno precedente e rischiare di aspettare che l’ufficio apra piuttosto che arrivare in ritardo“.  Lamentano i viaggiatori.

Ad esempio, ogni mattina, alle 8,30 alla stazione di Oristano, i viaggiatori guardano speranzosi il tabellone e controllano attentamente sotto la scritta ‘ritardo’ che puntualmente ‘dà i numeri’: cinque, dieci, fino a trenta minuti di ritardo. Lo speaker recita quasi sempre la stessa litania: “Il treno proveniente da Sassari e diretto a Cagliari è in arrivo, in ritardo, al binario 1”. Le scuse sono omesse.

Gli inconvenienti non finiscono qui. Non basta aspettare più del dovuto: i disagi non mancano neppure quando si sale sul treno, per così dire non proprio di ultima generazione. Il problema, ovviamente, non è l’aspetto estetico, ma la capienza. Come può un treno con soli tre vagoni trasportare da Sassari a Cagliari centinaia di persone tra studenti e lavoratori? E infatti i posti non bastano e appena si vede in lontananza il treno, i viaggiatori si appostano sul bordo del binario, cercano di salire per primi e a volte non danno il tempo ai viaggiatori già sul treno di scendere in stazione. Per i fortunati che riescono a trovare posto a sedere, può essere un ‘viaggio nel tempo’: non c’è nessuna traccia dell’aria condizionata e si possono ‘ammirare’ posacenere installati sotto il bracciolo (fortunatamente è segnalato il divieto di fumare). Per i meno fortunati invece, il viaggio è assai più scomodo: un’ora di tratta in piedi. E gli unici ‘posti’ disponibili si trovano o davanti alle porte, o nei corridoi dei vagoni tra le varie file di poltrone. E non è finita qui.

Simona Mastroberti

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