Prima adescata e poi abusata dalla sua insegnante di canto nella parrocchia che frequentava, in un centro della Gallura. Sono le pesanti accuse che la Procura di Cagliari rivolge nei confronti di Michela Morelli, 53 anni, olbiese; vittima una ragazzina oggi quindicenne (ne aveva tredici all’epoca dei fatti). A darne notizia il quotidiano La Nuova Sardegna. L’udienza davanti al tribunale in composizione collegiale è stata fissata a gennaio 2021.
La vicenda giudiziaria è approdata qualche giorno fa, come riporta il quotidiano, davanti al giudice dell’udienza preliminare di Cagliari, Maria Alessandra Tedde, che ha rinviato a giudizio la donna, difesa dall’avvocato Antonio Piredda, del Foro di Nuoro.
Secondo la ricostruzione dell’accusa la donna era riuscita giorno dopo giorno attraverso lusinghe e complimenti, a manipolare la sua giovanissima allieva, a conquistare la sua fiducia, approfittando del proprio ruolo di insegnante di canto. Tanto da riuscire a vincere ogni sua resistenza e a convincerla ad andare a casa sua, dove quell’interesse sessuale fino a quel momento espresso alla ragazzina con numerosi messaggi telefonici, dal contenuto anche scabroso, si è concretizzato in un abuso sessuale. I genitori della minore si sono costituiti parte civile con l’avvocato Rosa Cocco, del Foro di Tempio.
Nelle mani degli inquirenti, i tabulati telefonici e il referto della visita medica. Durante l’incidente probatorio, avvenuto nel tribunale di Cagliari, l’adolescente aveva ripercorso ogni momento e confermato la sua versione dei fatti, ribadendo ogni accusa. Ora la delicatissima vicenda sarà sviscerata nel corso del processo.