In Sardegna secondo l’Istat, il 42,1% della popolazione è affetta da almeno una patologia cronica, oltre quattro punti percentuali in più della media nazionale (37,9%), mentre il 22,9% dichiara di avere almeno due patologie, con forti ripercussioni a livello economico e sociale.
Nel dettaglio, il 18,6% dei sardi soffre di artrosi o artrite e il 15,4% di ipertensione (al di sotto della media nazionale), le allergie invece interessano il 13% dei cittadini. Seguono osteoporosi (9,6%), bronchite cronica o asma bronchiale (7,8%) e diabete (5,3%). La fotografia è scattata da Exposanità e Cittadinanzattiva da cui emerge che avere una o più patologie croniche o rare è diventato oggi un lusso, perché i costi diretti ed indiretti della malattia risultano insostenibili per un numero crescente di pazienti e di famiglie.
Nell’Isola il quadro è ancor più negativo se si considera quanto i costi relativi a malattie croniche e rare hanno gravato sulle famiglie. In particolare, come rileva l’ultimo Rapporto Ceis Sanità, in Sardegna l’assistenza ad anziani e disabili è costata in media, alle famiglie che ne hanno fatto richiesta, 2.940,5 euro (la media nazionale è di 5.832,1), mentre le visite specialistiche hanno richiesto l’esborso di 1.329,2 euro (la media nazionale è di 1.374,7). Le protesi sono costate 940,6 euro (la media nazionale è di 1.210,7), i farmaci 998,3 euro (media nazionale 980,9) e il ricorso a servizi ausiliari è costato 2.641 euro (media nazionale 1.937,9). “Lo spostamento verso il territorio dei percorsi di cura ed assistenza – ha detto Marilena Pavarelli, Project Manager di Exposanità – è una dinamica che la manifestazione ha sostenuto negli anni nel contribuire ad affermare un modello policentrico della sanità che affianchi al tema della cura quello dell’assistenza. Un modello che può reggersi soltanto attraverso un’attenta organizzazione dei servizi e un’adeguata formazione del personale, elementi questi da sempre al centro delle attività formative che anche in questa edizione caratterizzeranno Exposanità”.