Processo per gli assalti ai portavalori: confermata in appello la tesi dell’accusa

L’impianto accusatorio è stato sostanzialmente confermato, ma le condanne finali dei giudici della Corte d’appello di Cagliari sono state leggermente ritoccate per alcuni degli imputati, tutti accusati di aver pianificato vari assalti a portavalori in mezza Sardegna. Condannato a 28 anni di carcere, contro i 30 del primo grado, l’ex vice sindaco di Villagrande Strisaili (Ogliastra) Giovanni Olianas, considerato uno dei capibanda assieme a Luca Arzu, per il quale sono stati confermati 30 anni. Tra le pene leggermente riformate ci sono quelle di Mario Pirari (che ha patteggiato in appello 7 anni e 9 mesi), mentre Gianluigi Olianas – uno dei fratelli del presunto capobanda – è stato condannato a 6 anni e 3 mesi.

Scorrendo la lista delle pronunce modificate rispetto alla sentenza del Tribunale di Lanusei, si trovano quelle di Roberto Serra (5 anni), Sergio Arzu (18 anni), Simone Balloi (13 anni), Michele Cherchi (9 anni e mezzo), Salvatore Deriu (7 anni e mezzo), Angelo Lostia, (14 anni e mezzo), Fabrizio Manca (17 anni), Antonello Mesina (9 anni e 9 mesi), Francesco Monni (2 anni e 9 mesi), e Pasquale Scanu (13 anni). Per gli altri imputati la sentenza di primo grado è stata confermata, come chiesto anche dal sostituto procuratore generale, Michele Incani.

Si è chiuso così anche il processo di secondo grado scaturito dall’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, coordinata dal pm Danilo Tronci e svolta dagli investigatori della Polizia di Stato, sulla presunta organizzazione che, con armi da guerra, avrebbe messo a segno dal 2013 al 2016 una serie di assalti a caveau e a furgoni blindati in Sardegna. Alla sbarra erano finiti in 24 e, in primo grado, erano piovute condanne per oltre 2 secoli e mezzo di reclusione.

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