Processo Mesina, in aula la ricostruzione del tentativo di sequestro di Russo

I sopralluoghi e le osservazioni per organizzare il sequestro di persona dell’imprenditore di origini napoletane Luigi Russo, residente a Oristano, sono stati al centro dell’udienza odierna del processo a Graziano Mesina, l’ex primula rossa del banditismo sardo a processo davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Cagliari con l’accusa di essere alla guida di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e altri gravi reati.

Con lui – che stamani non era presente in aula – alla sbarra ci sono Gigino Milia, 66 anni di Fluminimaggiore, anch’egli arrestato nel maxi blitz dei Carabinieri il 10 giugno 2013 che ha portato in carcere 25 persone accusate di traffico di droga e vari altri reati, oltre agli altri imputati eccellenti: l’avvocato Corrado Altea, Franco Pinna, Efisio Mura, Enrico Fois – conosciuto come Vinicio – e Luigi Atzori. Davanti al collegio, presieduto da Massimo Costantino Poddighe, un investigatore dei carabinieri ha ricostruito le fasi dell’organizzazione del presunto sequestro di persona, poi mai realizzato. In un altro processo, con rito abbreviato, sono imputati la moglie di Milia, Annarella Lampis, i due nipoti di “Grazianeddu”, Raimondo Crissantu e Giuseppe Mesina, gli orgolesi Giovanni Antonio Musina, Salvatore Devias, Franco Devias, Giovanni Filindeu, Vincenzo Sini, Francesco Piras di Norbello, Antonio Mascia di Villanovafranca, Guido Brignone e Daniele Brignone di Cagliari, Vittorio Denanni di Chiaramonti, Raffaele Pinna di Nurri, Alessandro Farina di Olbia, Luca Buluggiu e Giovanni Sanna di Ozieri e i calabresi Domenico Scordo e Giovanni Motabito. Stamani in aula si è poi parlato di incontri tra Mesina e alcuni presunti trafficanti per l’acquisto di circa 4 chili di cocaina. La prossima udienza è fissata il 22 luglio.

 

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