Processo Lombardo-Muroni, il pm chiede: “Condanna a nove mesi”

Il pm del tribunale di Cagliari, Giangiacomo Pilia, ha chiesto nove mesi di condanna e 600 euro di multa contro il direttore del L’Unione Sarda, Anthony Muroni, imputato per diffamazione ai danni dell’ex presidente del Consiglio, Claudia Lombardo. Sei mesi e 400 euro di multa sono stati sollecitati invece per l’ex direttore Paolo Figus.

Il processo, davanti al giudice monocratico Sandra Lepore, va avanti da luglio 2014. La vicenda ruota intorno a un articolo, pubblicato sul L’Unione Sarda il 27 aprile 2011, nel quale Muroni (allora caposervizio) scrisse che era stata aperta un’indagine sul parco eolico dell’Enel a Portoscuso. Nel pezzo si parlava di “maggiori oneri”, per un importo di 400mila euro, che i Fenu, indicati da Muroni come il ramo materno della famiglia Lombardo, avrebbero dovuto ricevere per la cessione del diritto di superficie su alcuni terreni. In particolare, si faceva riferimento a Giuseppe e Maria Luisa, citati nell’articolo come lo zio e la madre dell’allora presidente del Consiglio.

Quello stesso aprile di tre anni fa, la Lombardo inviò a L’Unione Sarda una richiesta di rettifica, visto che la madre si chiama Luciana Clara e che nessun parente della Lombardo è stato mai indagato, come poi dimostrato. Tuttavia, il giornale pubblicò solo poche righe della rettifica, spingendo la Lombardo a ricorrere alle vie legali.

Nell’udienza di marzo 2015, davanti al giudice, Muroni disse che la notizia dei maggiori oneri gli era stata riferita da “una fonte qualificata”. Precisamente da Ugo Calledda, commissario del Corpo forestale che sul parco eolico di Portoscuso stava facendo delle verifiche in base a una scrittura privata ritrovata. Ma nell’udienza di maggio, Calledda, sentito come teste, ha smentito la circostanza riferita dal direttore dell’Unione Sarda. Il commissario spiegò al giudice di “non aver mai potuto riferire una notizia simile, semplicemente perché non era stata aperta alcuna indagine contro il ramo materno della famiglia Lombardo”.

Muroni, accompagnato dal suo avvocato Giovanni Contu, era in aula quando il pm ha chiesto la sua condanna al termine della requisitoria: il direttore è rimasto impassibile.

Dopo il pubblico ministero, sono intervenuti gli avvocati. Quello di Muroni, pur ammettendo che “l’errore purtroppo c’è stato”, per il suo assistito ha chiesto l’assoluzione. “Il Dottore non si è mai accanito contro la signora Lombardo, stava solo esercitando il diritto di cronaca”. Il legale ha anche depositato agli atti un audio: è l’interrogatorio di Calledda al processo sulla P3 in corso a Roma. Contu ha sottolineato: “A Cagliari il commissario ha detto l’esatto contrario rispetto a quando spiegato nel tribunale della Capitale. Ciò significa che una delle due volte non ha riferito la verità”.

Nel processo, la Lombardo – anche lei presente in aula insieme al suo avvocato Riccardo Floris – si è costituita parte civile. E proprio Floris, nella sua breve arringa, ha ritenuto giusta la richiesta di condanna avanzata dal pm, “perché dalla carte processuali si evince la malafede del direttore“. La sentenza è stata fissata per il prossimo 3 novembre.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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