Processo al nonno-orco, sentenza rimandata in attesa di una nuova perizia

Colpo di scena al processo di secondo grado al pensionato di Nuxis accusato di aver ucciso, nel 1996, il piccolo nato nato dalle violenze sessuali commesse sulla figlia: si va verso una nuova super perizia sui tempi e le modalità della morte del neonato. La sentenza era prevista oggi, ma il presidente della Corte d’Assise d’Appello, Grazia Corradini, ha annunciato l’intenzione di voler ricorrere ad una nuova perizia.

In primo grado, il pensionato di Nuxis era stato condannato a vent’anni per concorso in omicidio volontario assieme alla figlia: la Procura è convinta che entrambi abbiano partecipato all’uccisione del neonato frutto dell’incesto, soffocato con metri di carta igienica nel bagno dell’ospedale dove era stato partorito di nascosto. Sospeso per ragioni di salute il processo alla madre, a giudizio in Corte d’Assise, ora la sorpresa è arrivata dal collegio d’Appello che sta giudicando il nonno-padre.

Si riapre così a sorpresa, nel giorno in cui era attesa la sentenza, il processo all’uomo – difeso dall’avvocato Gianluca Aste – accusato di aver preso parte all’infanticidio: il bimbo venne recuperato senza vita sulle rive del fiume Cixerri. Solo dopo oltre quindici anni, dopo le rivelazioni di un parente, la Procura arrivò ad individuare i genitori, accusandoli di omicidio volontario. Il 29 ottobre la Corte d’Assise d’Appello conferirà l’incarico della super perizia al medico legale Rita Celli, mentre la difesa ha nominato Ernesto D’Aloja.

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