Processo cellula sarda di Al Qaeda, difesa chiede scarcerazione imputati

I giudici del riesame della corte di assise di Sassari, presidente Salvatore Marinaro, si sono ritirati in camera di consiglio per decidere sulla istanza di nullità – proposta dai difensori di cinque pakistani indagati per strage – emessa nell’ottobre scorso e che ha prorogato di altri sei mesi la carcerazione preventiva dei presunti terroristi di Al Qaeda. Gli undici imputati di origini pakistane, egiziane e afgane vennero arrestati nell’aprile del 2015 in un blitz antiterrorismo disposto dalla Dda di Cagliari e condotto, a Olbia e nella penisola, dagli uomini della Digos di Sassari che indagava sul gruppo di commercianti e religiosi di fede islamica sin dal 2005. Cinque di questi presunti terroristi, tra i quali il presunto capo della cellula di Al Qaeda in Olbia Sultan Wali Khan, si trovano ancora in cella, nel carcere di massima sicurezza di Bancali, a Sassari, dove dall’ottobre del 2016 si sta celebrando il processo a loro carico. I giudici del tribunale della libertà di Sassari scioglieranno la loro riserva domani mattina, quando i cinque presunti terroristi ancora in cella potrebbero essere rimessi immediatamente in libertà. Questa mattina nell’aula bunker di Bancali i magistrati del riesame hanno ascoltato la richieste del Pm, improntate al mantenimento in carcere degli imputati, e le tesi difensive degli avvocati dei pakistani. I difensori dei cinque detenuti insistono per l’immediata scarcerazione dei loro assistiti in quanto i termini di carcerazione preventiva, che è fissata dalle norme vigenti in tre anni, sono scaduti nell’ottobre scorso e non possono essere protratti oltre in quanto “vi è conclamata giurisprudenza in materia, grazie ad una sentenza a sezioni unite della Corte Suprema (la Cassazione) che ha ribadito il limite inderogabile del termine massimo della privazione della libertà personale”, dicono nelle loro memorie scritte i difensori.

Dopo le dichiarazioni spontanee del presunto capo della cellula olbiese, il commerciante pakistano Sultan Wali Khan, e dell’imam di Bergamo, Hafiz Muhammad Zulkifal, il dibattimento dovrebbe concludersi nelle prossime ore dopo le deposizioni degli ultimi tecnici. Le discussioni dovrebbero cominciare domani con la requisitoria del pubblico ministero Danilo Tronci e proseguire nei giorni seguenti con le arringhe difensive, sino alla sentenza. Gli undici componenti della presunta cellula terroristica affiliata ad Al Qaeda finirono in carcere nell’aprile dell’aprile del 2015, a conclusione di una operazione diretta dalla Dda di Cagliari e dalla Digos della questura di Sassari. I negozi e le abitazioni di Olbia, Sassari e Alghero di Sultan Wali Khan, stando alle tesi accusatorie, nascondevano diversi scopi: la raccolta di fondi illegali tra la comunità mediorientale, soldi destinati al finanziamento delle scuole coraniche in Pakistan, la copertura per il traffico di immigrati clandestini e, l’accusa più grave, quella di aver ideato e pianificato azioni terroristiche ordinando di diversi attentati in Pakistan, il più grave dei quali, quello contro un mercato pubblico nella città di Peshawar, messo a segno con auto bomba nell’ottobre 2009, dove persero la vita centinaia di persone tra i quali decine di bambini. (g.p.c.)

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