A causa dell’assenza del metano nell’Isola i maggiori costi energetici incidono in 8 centesimi al litro sul latte di pecora. Lo sostiene Tore Piana del Centro studi agricoli, secondo il quale i costi per produrre un chilogrammo di pecorino sono più alti del 30 per cento rispetto alla media nazionale a causa dell’utilizzo di energia elettrica e gasolio nei caseifici e nelle stalle. Questo incide sui costi di produzione e trasformazione per circa 8 centesimi al litro in più rispetto al resto d’Italia, che possono arrivare anche a 10 se si includono i costi maggiori di concimi e mangimi. “Un’assurdità a cui il Governo deve porre rimedio”, dice Piana. “Chiediamo anche un accordo quadro tra Governo e Regione per la riduzione del 20 per cento sul costo di mangimi e concimi destinati all’Isola. Un allevatore con 300 pecore avrebbe così un guadagno di 4.000 euro in più all’anno”.
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Proprio in questi giorni si discute sul prezzo del latte che dovrà essere pagato agli allevatori nella stagione 2019/2020. Secondo il Centro studi agricoli occorre considerare quattro aspetti che incidono sul prezzo. “I costi dell’energia elettrica utilizzate prima nelle stalle per far funzionare le mungitrici e dopo nei caseifici per poter far funzionare i macchinari di caseificazione; i costi dell’acqua potabile fornita da Abbanoa e utilizzata dai caseifici; i costi del gasolio utilizzato dai caseifici per far funzionare le caldaie; il maggiore costo di mangimi e concimi venduti in Sardegna”. Pertanto la richiesta è quella di far arrivare “al più presto il metano in Sardegna”.
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“Nel calcolo dell’incidenza dei maggiori costi rapportati al litro di latte di pecora crudo pari a 8 centesimi al litro rientrano i costi dell’energia elettrica utilizzata per far funzionare le mungitrici nelle stalle, che incidono in circa 2,8 centesimi litro di latte. I costi dell’energia elettrica utilizzati per far funzionare i caseifici per la trasformazione del latte di pecora in formaggio pecorino, che incidono in circa 5 centesimi litro di latte. Altri maggiori costi riguardano il costo del gasolio e dell’acqua potabile. Tutti maggiori costi, di cui nessuno parla – dice Tiana – ma che le imprese sarde subiscono e pagano con costi maggiori rispetto al resto dell’Italia. Sono anche questi gli argomenti che dovranno essere portati all’attenzione del Governo attraverso il Tavolo latte convocato a Roma il 28 novembre”.
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