Dopo l’altolà del Mibac sul Piano paesaggistico sardo, presentato dal governatore Ugo Cappellacci, prosegue la controffensiva del centrosinistra.
Per il segretario regionale del Pd Silvio Lai, “Cappellacci è diventato il protagonista di una telenovela di serie B”. Poi continua: “Non mantiene le promesse elettorali sulla revisione del Ppr, finge di attenersi alla co-pianificazione con il Mibac, come previsto dalla normativa che porta il nome del noto comunista Urbani, una volta che si rende conto di non poter stravolgere, come vorrebbe, le regole urbanistiche e le tutele, allora accelera, approva la revisione del Piano paesaggistico senza ovviamente il parere del Mibac, ed ora grida alla violazione delle prerogative della Sardegna e all’ingerenza politica”.
E ancora, dice Lai: “Strategia scontata e poco credibile, però, perché non è il ministro Bray ad aver frenato sulle modifiche che Cappellacci vuole al Ppr, ma funzionari, tecnici, gli stessi che in questi mesi hanno collaborato con l’assessorato agli Enti locali, fino allo strappo del governatore. Dal braccio di ferro col Mibac, però, la Regione non può che uscire sconfitta: non è un auspicio, ma lo scontato epilogo considerata la normativa, che non può essere abrogata dal fatto che un presidente in campagna elettorale batte i pugni sul tavolo. Non può certo farci piacere che Cappellacci continui ad esporre l’intera Sardegna a questi teatrini con Roma, le vertenze si portano avanti con preparazione e autorevolezza, non con i copioni da telenovela di serie B.”
Anche il consigliere Mario Bruno del Pd all’attacco: “È davvero paradossale che si chieda l’autorizzazione al Mibac per consegnare a un consigliere i verbali e non si proceda però all’intesa col Ministero prima di adottare atto di programmazione di così rilevante importanza come il Piano paesaggistico che, al di là delle elucubrazioni del presidente, senza quell’intesa resta illegittimo e perfino inutile”.
“La Giunta – ha spiegato Bruno in una nota – dopo la mia ultima richiesta di accesso agli atti, si era trincerata dietro l’autorizzazione del Ministero per poter farmi avere copia dei verbali degli incontri tra Mibac e Regione. Da questi si evince che, da parte del Ministero, non c’è stata alcuna intesa sullo strumento paesaggistico, se non parziali condivisioni su aspetti del tutto marginali. Quindi, dopo aver pomposamente annunciato che la revisione sarebbe avvenuta in piena sintonia col Mibac, il governatore scarica ora sul Ministero le responsabilità della sua accelerazione, di una approvazione così rapida da non consentire, a distanza di quasi una settimana, di disporre neanche dell’intera documentazione pubblicata”.