Powercrop, la protesta dei cittadini contro il “veleno verde”

Raccolta di firme a Capoterra, critiche dall’amministrazione di Assemini.. E da Elmas parte la proposta di portare la questione all’esame del Forum dei sindaci presieduto da Massimo Zedda,

Si allarga l’opposizione alla centrale a biomasse di Macchiareddu, il “mostro” da 50 megawatt (e 180 milioni di euro) che la Powercrop, joint venture paritetica tra Enel GreenPower e Seci Energia del gruppo Maccaferri, intende costruire nell’area industriale di Cagliari. Agli ambientalisti che hanno già denunciato con forza i rischi per la salute pubblica, si affiancano in numero crescente gli abitanti dei paesi e i loro sindaci. Un fenomeno che ha delle analogie con quanto è accaduto nella piana di Arborea per il Progetto Eleonora della Saras.

A Capoterra, dove il vento indirizzerà il mix di diossine, furani e polveri ultrasottili contenuto nei fumi della centrale, un comitato spontaneo ha già raccolto più di 600 firme di cittadini contrari al progetto. I firmatari dell’appello sollecitano un “momento di riflessione” su quanto potrebbe accadere a pochi chilometri di distanza dalle loro case. Lo rivela il sindaco Francesco Dessì (Partito democratico). Il primo cittadino di Capoterra condivide i dubbi, e la necessità di approfondire. “Nonostante siano nate per superare il termoelettrico – fa notare – queste centrali hanno un impatto ambientale pesante”.

Un’esigenza, quella di saperne di più e di far sentire la propria voce, che confligge con le procedure adottare fino a ora. Infatti la megacentrale non ricade nel territorio comunale di Capoterra e per questa ragione il Comune è stato tenuto fuori dalla Conferenza dei servizi che poi ha determinato l’ok della Regione alla realizzazione dell’impianto. “Davvero non si capisce perché siamo stati esclusi – denuncia Dessì – perché se è vero che la centrale non è fisicamente prevista nel nostro territorio, nei fatti sarà alle porte del paese”. La questione sarà affrontata in una riunione del consiglio comunale convocata per martedì prossimo.

Già nei giorni scorsi l’amministrazione di un altro dei comuni della zona interessata, Assemini, aveva espresso delle critiche. Non solo sui rischi di peggioramento della qualità dell’aria, ma anche sulla preoccupazione che l’economia agricola della zona sia stravolta dalle esigenze della centrale. Che, cioè, venga per larga parte “piegata” alla produzione delle biomasse indispensabili per l’alimentazione dell’impianto.

Perplesso anche il sindaco di Elmas Valter Piscedda (Pd), il quale, “convinto che occorra tutelare il diritto alla salute”, lancia una proposta: “L’amministrazione comunale di Assemini potrebbe portare la questione Powercrop al tavolo del Forum dei sindaci, un istituto presieduto dal sindaco di Cagliari che raggruppa tutti i 16 comuni dell’area vasta. Per Piscedda resta comunque il problema di fondo: “in Sardegna non esiste un piano energetico che disciplini la materia”.

Piero Loi

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