Porto canale, altri 6 lavoratori licenziati. La Cisl: “Basta promesse, servono fatti”

Crisi al porto canale di Cagliari. Dopo la Cts srl messa in liquidazione lo scorso aprile e i suoi 16 dipendenti mandati a casa, ora è toccato ai sei lavoratori portuali dipendenti della Mts Marine Technology Services srl, addetti al monitoraggio dei container refrigerati: oggi hanno ricevuto la lettera di licenziamento. Ne dà notizia la Cisl Trasporti. “La situazione è oramai divenuta critica – spiega il segretario Corrado Pani -, se ripianare le perdite di esercizio di Cict, deciso nell’ultimo Cda, poteva rappresentare una boccata di ossigeno e ridare un po’ di speranza a centinaia di lavoratrici e lavoratori, in realtà di contro assistiamo al crollo delle imprese portuali indirette, che operavano all’interno del terminal container”.

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La Cisl denuncia “che il tutto sta avvenendo nel più totale silenzio e indifferenza della politica sarda e azionale nonostante i numerosi incontri con prefetto e ministri e le promesse fatte”. Il sindacato chiede soluzioni rapide. “Non c’è più tempo da perdere – continua Pani -, basta riempirsi la bocca con la crisi del porto canale oramai chiara a tutti, servono i fatti. Chiediamo, anzi pretendiamo che venga convocato urgentemente il tavolo presso il ministro dei Trasporti alla presenza dei sindacati di categoria e confederali cosi come ci ha promesso sabato scorso il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio durante l’incontro avuto con Fit, Filt e Uilt nell’aula consiliare del comune di Assemini”. Un’altra proposta. “Urge sottoscrivere – continua la Cisl – un protocollo d’intesa Stato-Regione nel quale ci si impegni a riportare il traffico container grazie ad una fiscalità di vantaggio appetibile alle grandi Compagnie Navali. Sbloccare e far partire Zes e Zona Franca e al contempo garantire l’arrivo di nuove gru che potranno lavorare le navi di ultima generazione. I portuali vogliono vivere di lavoro e non di ammortizzatori sociali”.

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