Poliziotti uccisi dalle Br: quel sardo dimenticato a Roma nell’immondizia

Chissà se a Roma nella Giornata Regionale della Memoria per gli appartenenti alle Forze di Polizia caduti nell’adempimento del proprio dovere, sono stati rimossi quegli scatoloni, le buste di spazzatura e i cassonetti dei rifiuti che fino a ieri coprivano la targa in ricordo del brigadiere campano Antonio Mea e dell’agente Pierino Ollanu, di Gergei, trucidati dai brigatisti rossi il 3 Maggio del 1979 davanti alla sede regionale della DC in piazza Nicosia. Chissà se al posto di quei rifiuti, dopo la notizia pubblicata su www.sassate.it, che ha acceso lo sdegno degli appartenenti alla Polizia di Stato, delle forze dell’ordine in genere, ma anche di tantissimi cittadini, sia almeno comparso un mazzo di fiori o una corona: sarebbe stato un gesto di rispetto per chi ha sacrificato la propria vita per difendere lo Stato.

Forse anche in Sardegna in pochi ricordano chi era Pierino Ollanu. In questa giornata dedicata, almeno nel Lazio, ai caduti nell’adempimento del proprio dovere, Sardinia Post ha deciso di ricordarlo, di spazzare via la polvere dalla memoria di chi ha già dimenticato, assegnando il giusto riconoscimento a chi sacrifica la propria vita per il bene comune.

Pierino Ollanu aveva solo 26 anni quando fu trucidato insieme al  brigadiere Antonio Mea, quando la “pantera” della polizia arrivata a tutta velocità in piazza Nicosia a Roma per l’assalto alla sede della DC, fu crivellata di colpi dai terroristi. Aveva lasciato Gergei dove viveva con il padre, la madre e 11 tra sorelle e fratelli per avere una vita migliore. Per farlo aveva scelto di arruolarsi: un percorso lavorativo e uno stipendio sicuro, lontano dai campi dove aveva aiutato il padre. Le cronache di allora ricordano che aveva già messo da parte un piccolo “gruzzoletto” che sarebbe servito forse per sposarsi.

Pierino Ollanu, Antonio Mea e Vincenzo Ammirato furono centrati da una da una sventagliata di mitra. Mea, nonostante le ferite, tentò di raggiungere la radio a bordo dell’auto per lanciare l’allarme, ma fu finito a colpi di revolver. Ollanu entrò in coma e morì qualche giorno dopo in ospedale, Ammirato rimase gravemente ferito.

Sono passati 42 anni da quel terribile maggio. Nel 2010 Pierino Ollanu e Antonio Mea sono stati insigniti della medaglia d’oro come vittime del terrorismo, ma sia per il sardo che per il campano, la memoria sembra essere troppo corta. La spazzatura e i cassonetti vicino alla targa decidata al loro ricordo è la dimostrazione.

“Abbiamo letto e visto la foto dell’articolo – racconta amareggiata la sorella di Pierino Ollanu – noi non sapevamo nulla, è una cosa che ci riempie di dolore. Anni fa avevamo sistemato davanti alla targa un vaso in cemento con i fiori, ma il Comune di Roma lo ha fatto rimuovere senza dirci niente. A nulla sono servite le nostre proteste”.

Pierino Ollanu

Pare che il vaso infastidisse alcuni esercenti della zona che adesso preferiscono i cassonetti dei rifiuti. “Mio fratello era una persona buona, un bellissimo ragazzo, lo chiamavano Serpico perché era all’antidroga, era felice del suo lavoro – racconta ancora la sorella – ogni volta che tornava in Sardegna correva da mia madre ad abbracciarla, la prendeva in braccio e la stringeva, era affettuoso con tutti. Ogni anno andiamo alle commemorazione che si tiene in piazza Nicosia a Roma e poi a Gergei dove vengono alcuni poliziotti, ma sono poche le manifestazioni e le cerimonie in cui viene ricordato mio fratello”. La famiglia aveva chiesto che venisse intitolata una strada o una piazza a Pierino Ollanu e Antonio Mea, ma ne a Roma e nemmeno a Gergei e Cagliari è stato fatto nulla o quasi. Intanto la memoria continua ad affievolirsi, i ricordi e la storia si cancellano per lasciare spazio allo scempio e ai rifiuti. 

Manuel Scordo

manuel.scordo@sardiniapost.it

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share