Parere tecnico contro il deposito scorie. Porto Conte: “No a un sito di stoccaggio”

“In Sardegna un sito di stoccaggio delle scorie nucleari è precluso dall’Ispra“. Il direttore del Parco naturale regionale di Porto Conte, Mariano Mariani, sintetizza così il parere tecnico elaborato dagli uffici in risposta alla sollecitazione della direzione generale dell’assessorato regionale all’Ambiente, che dovrà formulare le osservazioni da trasmettere formalmente alla Sogin, che di recente ha reso nota la mappa dei territori appetibili. L’articolata relazione, che analizza singolarmente la situazione di tutti i siti individuati nell’Isola, afferma che nessuno di loro è idoneo sulla base della Guida tecnica Ispra, che esclude i territori in cui siano presenti “aree naturali protette identificate ai sensi della normativa vigente”, come recita il testo trasmesso a Cagliari. “Le fondamentali esigenze di tutela e conservazione sono strettamente legate a un’area di influenza più ampia dei confini stretti dell’area protetta di riferimento”, argomenta il direttore del Parco, Mariano Mariani.

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“Le stesse condizioni di conservazione dipendono anche dalle interconnessioni fra le aree protette e la possibilità di corridoi ecologici fra loro”, aggiunge, facendo riferimento esplicito “alle condizioni di reciproca influenza che caratterizzano in Sardegna le superfici del sistema delle aree protette di Rete Natura 2000“, nonché “alla prossimità delle aree protette ai siti individuati”, che pertanto, “non possono essere idonei ad accogliere rifiuti radioattivi”. Nelle dieci pagine di contributo alla consultazione pubblica avviata dall’assessorato, Casa Gioiosa osserva che “gli approfondimenti della Sogin prescindono da questo tipo di valutazioni”. Al contrario, “gli uffici tecnici del Parco hanno elaborato sito per sito puntuali riscontri oggettivi che evidenziano le forti relazioni di prossimità dei siti con le aree protette regionali e la loro non idoneità ad accogliere rifiuti radioattivi”, conclude l’analisi tecnica che “colma la lacuna delle indagini della Sogin e fa sì che i siti non possano essere considerati idonei”.

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