‘Ospedale declassato e ricoveri negati’. Tredici sindaci contro la Regione

Diritto alla salute negato, lotta allo smantellamento dei servizi socio-sanitari, contrasto a una politica che persevera nell’isolare i territori montani. Questi i temi del sit-in promosso per martedì davanti all’ospedale San Camillo di Sorgono dai sindaci di tredici Comuni dell’interno che ricadono nella comunità montana del Gennargentu-Mandrolisai.

I primi cittadini di Aritzo, Atzara, Austis, Belvì, Desulo, Gadoni, Meana Sardo, Ortueri, Ovodda, Sorgono, Teti, Tiana e Tonara in un documento attaccano la politica sanitaria della Regione, soprattutto dopo la delibera dell’Azienda per la tutela della Salute (Ats) che a marzo, per fronteggiare l’emergenza coronavirus, ha declassato il Pronto soccorso dell’ospedale a Punto di primo intervento. Un provvedimento che, denunciano, toglie al San Camillo gli anestesisti, la radiologia 24 ore su 24, le attività chirurgiche d’urgenza, i ricoveri dei codici gialli e rossi.

“Nel corso degli anni gli amministratori locali – protestano – hanno cercato di contrastare il puntale depotenziamento dei servizi ospedalieri. Il dissenso verso le misure adottate a livello regionale è stato espresso  sia a livello istituzionale sia con il coinvolgimento della popolazione in importanti manifestazioni nel territorio e a Cagliari. Nell’ultimo anno sono stati diversi i tentativi di coinvolgere la Regione in un colloquio che avrebbe potuto porre rimedio almeno ad alcune delle criticità segnalate, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Il Covid e le ultime decisioni sulla rete ospedaliera  – spiegano – hanno peggiorato la situazione e reso concreto il depotenziamento dell’ospedale di Sorgono”.

Nel documento, i sindaci rivendicano il diritto alla salute dei cittadini: “Se è vero che la nostra zona è per sua stessa natura disagiata sotto diversi punti di vista e che l’ospedale stesso è qualificato come ‘sede disagiata’, appare assolutamente ingiustificato che non si faccia nulla. Anzi, alla luce delle scelte fatte fino ad ora, il disagio cresce e diventa sempre più preoccupante”. Anche la presidente del Distretto sanitario di Sorgono, Cristina Sedda, è preoccupata: “La situazione è allo sfascio e la nostra preoccupazione è massima. La Regione deve dare risposte subito”. Dello stesso avviso il presidente della comunità montana Alessandro Corona: “Il 14 luglio, a 60 anni dalla nascita del San Camillo, celebreremo il funerale della sanità territoriale, nel silenzio assoluto delle istituzioni regionali. Oggi è necessario che lo Stato prenda atto della incapacità della Regione di governare la sanità”.

Andrea Deidda

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