Omicidio Dore, duro strascico legale. Risarcimento a rischio per la figlia

Uno strascico legale che ha il sapore della beffa quello che riguarda la figlia di Dina Dore, uccisa dal marito Francesco Rocca [nella foto durante il processo] nel marzo del 2008. A riportare la notizia è il quotidiano L’Unione Sarda che ha ricevuto una lettera molto dura, firmata dalla sorella e dalla nipote della donna uccisa. Il risarcimento per la figlia di Dina Dore è garantito da una legge del 2018 nata appositamente per tutelare gli orfani minorenni di femminicidio. Rocca, che l’anno scorso è stato definitivamente condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio, potrebbe risultare nullatenente, secondo l’esito di due cause civili intentate dalla madre e dalle sorelle dell’uomo che potrebbero spogliare il dentista da tutti i beni di cui è intestatario.

Se la tesi delle tre donne (la madre e le due sorelle di Rocca) fosse confermata, tutti i beni ritornerebbero in capo alla loro famiglia, con la conseguenza che la figlia dodicenne di Dina Dore, che al momento del femminicidio aveva pochi mesi di vita, non potrebbe più avvalersi dei beni del padre. In questi casi la legge del 2018 prevede che le proprietà dell’imputato siano messe sotto sequestro conservativo subito dopo l’assassinio proprio per garantire il risarcimento ai figli. Saranno i legali della famiglia Dore, Anna Maria Busia (che tutela la bambina) e Massimo Delogu (assiste la madre e i fratelli di Dina Dore) a verificare che la legge sia stata applicata nella correttezza anche se in questo caso l’omicidio risale a dieci anni prima dell’entrata in vigore.

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