Omicidio Dina Dore, le parole di Rocca: “La mia coscienza cerca solo la verità”

Francesco Rocca è seduto nella biblioteca del carcere di Alghero. È in quella struttura che sta scontando la condanna all’ergastolo con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio della moglie Dina Dore, avvenuto a marzo del 2008 a Gavoi. Un delitto per cui “non so cosa sia successo, non lo sapevo allora e non lo so ora. La mia coscienza cerca di ottenere la verità”. Rocca ripercorre tutte le tappe della vicenda, per la prima volta dopo la condanna, e lo fa intervistato da Franca Leosini, per il programma di Rai Tre, ‘Storie maledette’, convinto che nell’iter processuale ci siano ancora tanti punti oscuri da chiarire. Due ore di intervista, portata avanti attraverso la lettura degli atti processuali, in cui ritornano a galla i giorni prima del delitto, la relazione extraconiugale di Rocca, il rapporto incrinato con la moglie e le prime ore dopo l’omicidio, accolto inizialmente come un tentativo di rapimento finito male. Rocca cerca di fornire la sua versione, incalzato dalla giornalista, anche se non sempre riesce a fornire spiegazioni concrete alle domande.

E proprio sulla prima ipotesi di sequestro, Rocca ricorda come da subito “sono stato collaborativo con le forze dell’ordine, mi è stato chiesto di acquisire informazioni e ho fornito nomi di sospettati o persone che ho visto transitare vicino a casa nei giorni prima. È tutto a verbale”. Il marito di Dina Dore ricorda anche la relazione extraconiugale che, in quei giorni, minava il rapporto tra lui e la moglie: “Io ho subito riferito la cosa agli inquirenti, nonostante continuino a negarlo”.

Rocca, infine, parla del rapporto con la figlia che all’epoca dell’omicidio aveva pochi mesi e appena cinque anni quando è stato arrestato. “Ha sempre vissuto con me sino ad allora. Ho avuto l’autorizzazione del Tribunale dei minori per scriverle, anche se le lettere purtroppo le arrivano molto in ritardo. Mia figlia crede nella mia innocenza“. Rocca, infine, chiude la lunga intervista con l’ennesimo appello: “Le forze dell’ordine trovino l’ignoto 1, perché è lui che ha ucciso Dina che ancora non ha avuto giustizia”.

Una ricostruzione, quella fatta dal programma, che viene criticata da Anna Maria Busia, legale della famiglia di Dina Dore: “Il programma Storie Maledette ha concentrato l’attenzione sul punto di vista del condannato e sulla necessità della revisione del processo, senza una ricostruzione fedele degli atti che hanno portato a una sentenza all’ergastolo passata in giudicato e senza che comparissero adeguatamente le vittime”. Le parole di Busia, rilasciate all’Ansa, si concentrano soprattutto sulla gestione dell’intervista perché “non entro nel merito del processo e degli atti che hanno portato alla sentenza all’ergastolo in tre gradi di giudizio, che non si discute parlo del fatto che Rocca in trasmissione ha potuto dare dei bugiardi ai testimoni, ha dileggiato quella povera ragazza che è stata la sua amante, si è fatto beffa delle vittime e ha dato degli incompetenti agli inquirenti. Per me è veramente troppo considerato che stiamo parlando della televisione pubblica”.

Secondo la legale, ex consigliera regionale e autrice della legge nazionale a tutela degli orfani di femminicidio  c’è stato “un utilizzo non fedele dei messaggi che Rocca inviava alla moglie, che hanno portato alla sentenza, mentre sono stati rievocati messaggi di contorno”. A questo si aggiunge che “non sono vere inoltre le cose che ha detto di sua figlia che ha 12 anni, che si è rifiutata anche di vedere il promo della trasmissione”.

Quanto agli esami del Dna ritrovato sulla scena del delitto, che Rocca in tv ha sottolineato non essere stati fatti a sufficienza per trovare il vero killer (motivo per il quale il dentista di Gavoi vorrebbe chiedere la revisione del processo), l’avvocata Busia taglia corto: “E’ stato fatto tutto ciò che c’era da fare e le prove raccolte dagli inquirenti hanno portato alla condanna all’ergastolo in tre gradi di giudizio”.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Leggi

Giornata mondiale della Terra: in campo anche Poste italiane

Anche quest’anno in Sardegna Poste Italiane partecipa alla Giornata Mondiale della Terra (Earth Day) in calendario oggi, lunedì 22 aprile, confermando la grande attenzione dell’Azienda alla sostenibilità ambientale, un impegno che si…
Total
0
Share