I beni intestati a Francesco Rocca – il dentista di Gavoi condannato in via definitiva all’ergastolo come mandante dell’omicidio della moglie, Dina Dore avvenuto nel marzo 2008, – apppartengono a lui e non sono il frutto di un patto fiduciario con la famiglia.
Lo ha stabilito la giudice civile del tribunale di Nuoro, Tiziana Longu, rigettando l’istanza avanzata dalle due sorelle e dalla madre di Rocca contro il congiunto, con l’obiettivo di spogliarlo dei beni di cui è ancora titolare.
Un’astuzia, secondo gli avvocati Massimo e Roberto Delogu che rappresentano la famiglia di Dina Dore, e le avvocate Annamaria Busia e Francesca Calabrò che tutelano gli interessi della figlia 13enne di Rocca, con cui si vorrebbe evitare di rendere i beni del dentista aggredibili dai Dore, beneficiari di una provvisionale dopo la condanna, e dalla stessa figlia minorenne, per il cui risarcimento sono in corso altre due cause civili.
“Siamo soddisfatti della sentenza – commenta l’avvocata Busia -. La giudice ha deciso esattamente come speravamo e cioè ha stabilito che le questioni poste dalle sorelle e dalla mamma di Rocca erano assolutamente infondate e che il patrimonio intestato è interamente di Francesco”.
Gli avvocati delle sorelle e della mamma del dentista, Giampaolo Mura e Giovanni Pinna Parpaglia, una volta lette le motivazioni della sentenza potrebbero ricorrere in appello . Francesco Rocca in questo procedimento era rappresentato dagli avvocati Angelo Manconi e Elisabetta Ena.