Olbia, consiglio comunale “di guerra”. Giovannelli attacca la protezione civile

A Olbia la guerra nel consiglio comunale del post alluvione inizia con le armi degli ordini del giorno. La seduta si è aperta con il centrodestra che ha chiesto di mettere al primo punto la questione dell’alluvione, facendo slittare le variazioni di bilancio previste in testa all’ordine del giorno dal presidente del Consiglio comunale, Vanni Sanna. Nell’alto consesso istituzionale Gianni Ricciu manda a quel paese (“Ma vai aff…”) il capogruppo del Pdl Marco Piro. Tutta l’opposizione decide di alzarsi dalle rispettive poltrone e abbandonare l’aula.

I DATI: OLTRE 3000 ABITAZIONI COINVOLTE 

I dati provvisori sull’alluvione che il 18 novembre ha devastato la città di Olbia sono stati illustrati dal presidente del consiglio comunale. Si parla di 3.100 residenze interessate da crolli: se pensiamo che Olbia registra 2,3 persone per unità abitativa, i cittadini coinvolti dai danni del post alluvione potrebbero arrivare a 7 mila. Le attività artigiane che hanno dovuto chiudere o che hanno subito ingenti danni, sulla base dei dati della Cna, risultano essere 96. Il numero di attività commerciali 104, secondo i dati della Confcommercio. Le imprese agricole coinvolte sono circa 15 nel territorio comunale, 100 le attività professionali.

La prima stima dei danni ai privati e alle attività produttive, per strutture, beni mobili registrati (auto ) e arredi, ammonta a 149 milioni di euro in città. I danni alle strutture e infrastrutture ammontano invece a 110 milioni di euro. Parliamo dunque di 250 milioni di euro complessivi, che dimostrano come i soldi finora stanziati dal Governo e dalla Regione, 100 milioni di euro, che riguardano l’intera Sardegna, siano insufficienti.

Il sindaco Gianni Giovannelli e l’unico deputato gallurese, Giampiero Scanu, avrebbero già posto in essere tutti gli atti idonei a recuperare nuove risorse. In questo senso una chiave potrebbe essere quella del ricorso alla riprogrammazione dei fondi comunitari, invitando il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, a rimodulare i fondi 2007-2013 per allocare 150 milioni di euro da destinare in via privilegiata per rifondere i danni registrati a Olbia. Un’altra azione consiste nella richiesta di poter sforare il Patto di Stabilità interno anche per l’assunzione di nuovo personale per poter portare avanti tutte le complesse pratiche burocratiche.

GIOVANNELLI: “LA CITTA’ VIOLENTATA”

“Il mio primo pensiero è che Olbia non è più la stessa città – ha dichiarato il sindaco in apertura del suo intervento – ne conoscevamo la fragilità, ma non avevamo idea della sua vulnerabilità. Ignoravamo la sua capacità di reazione, città fiera, piena di atti di solidarietà e altruismo, gente che ha salvato altre vite a rischio della sua. ”Ferite mai rimarginate- ha continuato – perché anche l’uomo ha messo sua mano, quota parte di responsabilità al di là dell’evento eccezionale. Tutti ce ne dobbiamo fare carico  nessuno può essere escluso da responsabilità”.

“Io in queste settimane – ha ammesso – doverosamente sono stato chiamato in causa e tanti cittadini hanno potuto esprimere la loro rabbia per un evento così tragico e le responsabilità: è giusto che i cittadini ce ne chiedano conto e non ci sarà alcun colpo di spugna. Risponderemo alla nostra coscienza e a chi ha competenza e diritto di esprimere giudizi di colpevolezza”.

Poi il j’accuse sugli appetiti speculativi che hanno aggredito il tessuto urbano. “Ciascuno di noi deve vedere la città in modo diverso, al di là del destino politico di ognuno di noi  con l’assunzione di responsabilità per un’azione amministrativa diversa, con regole urbanistiche per arrivare alla non tolleranza rispetto a ciò che abbiamo di fronte”.

Infine l’esempio della scuola di Maria Rocca costruita su un canale tombato, che sarà abbattuta e al suo posto ci sarà la costruzione di una nuova scuola come simbolo di una città che vuole cambiare e che non faccia più abitare la gente nei sottoscala o negli scantinati. Una città e una politica che sappia proteggere i suoi concittadini. “Non sono andato a spalare fango – ha affermato – ma ognuno ha svolto suoi compiti e io ininterrottamente sono rimasto alla guida della città, non ho abbandonato la nave come Schettino, ma sono rimasto nella cabina di comando insieme a tutte le forze con le quali si è portata avanti un’azione di straordinaria efficacia”.

L’ALLERTA METEO: ACCUSE ALLA PROTEZIONE CIVILE REGIONALE

“Già dal 16 novembre c’era il maltempo – ha poi detto il sindaco venendo al punto più delicato – e la Protezione civile comunale, anche senza allerta, era al lavoro in città nella zona di Pittulongu. Dopo le 14 di domenica arrivata l’allerta meteo, un avviso come ne arrivano tanti. Nel caso dell’avviso del 17 novembre di allerta di criticità elevata riguardava varie zone della Sardegna, ma il Comune di Olbia non ha ricevuto mai il comunicato stampa che specifica le caratteristiche dell’evento previsto con gli effetti sul territorio”.

Il sindaco ha parlato della fase iniziale di monitoraggio, che può avere un’evoluzione diversa a seconda dei fenomeni. L’evoluzione negativa del fenomeno comporta il passaggio a situazione di emergenza, con il Corm (il Centro operativo regionale della Protezione civile) che si dovrebbe attivare col Comune per procedere alle misure di emergenza.

“Queste misure non sono state poste in essere dall’apparato regionale – ha attaccato Giovannelli – e lunedì mattina del 18 novembre, nonostante questo, ho riunito la giunta perché volevo adottare un riconoscimento di stato di calamità naturale, soprattutto perché la deliberazione mi consentiva di adottare l’ordinanza contingibile e urgente con cui ho autorizzato gli interventi”.

Giandomenico Mele

 

 

 

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