Nel nord Sardegna 2mila malati di Aids: a Sassari riapre reparto per i pazienti

Sono quasi duemila le persone che nel nord Sardegna convivono e lottano con l’Hiv e l’Aids. Per questo oggi, giornata mondiale per la sensibilizzazione alla ricerca per il vaccino contro l’Hiv, anche Sassari si mobilita e si prepara a riaprire entro metà giugno il reparto di Malattie infettive dell’Aou, a oggi ancora totalmente impegnata nell’emergenza sanitaria Coronavirus.

Sono circa 700 i pazienti in terapia per infezione Hiv e Aids mentre oltre un migliaio quelli che gli specialisti della struttura di viale San Pietro seguono nelle carceri, al Serd, nella case famiglia, nelle comunità. Un’attività che supera i confini della città, per toccare tutto il territorio del nord Sardegna. “Stiamo lavorando per fornire ai pazienti la consueta assistenza sia clinica che terapeutica con l’obiettivo di farlo entro la prima metà di giugno”, spiega Sergio Babudieri, direttore del reparto. “Un avvio verso la fase 2 ma con la massima flessibilità. Saremo sempre in grado di riconvertire il reparto, nel caso in cui dovesse ripartire una nuova emergenza sanitaria che possa interessare l’isola”, aggiunge il commissario Aou, Giovanni Maria Soro.

Intanto oggi l’Azienda ospedaliero universitaria si concentra nell’attività di informazione e sensibilizzazione alla ricerca per il vaccino contro l’Hiv: “Cogliamo questa occasione per richiamare la sensibilità di tutti verso questo importante obiettivo, cui il mondo scientifico lavora ormai da diversi anni”, afferma Paolo Castiglia, direttore della struttura di Igiene e controllo Infezioni ospedaliere e responsabile del progetto Vaccinarsinsardegna.org. “Ed è proprio la ricerca sul vaccino per l’Hiv che di fatto ha creato una base straordinaria, senza precedenti nella storia vaccinale, per la velocità di sviluppo di piattaforme vaccinali utili anche per il vaccino Covid-19 per il quale nell’arco di soli 4 mesi sono state avviati più di 90 trial vaccinali. D’altra parte, la pandemia da Sars-Cov2 ha fatto chiaramente comprendere a tutti la necessità di un’impresa vaccinale. La fine durevole e sostenibile di qualsiasi pandemia dipende da un vaccino”.

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