Muore dopo 14 giorni di ricovero in ospedale a Nuoro: indagati tre medici

È entrato all’ospedale San Francesco di Nuoro con febbre alta e dolori al petto e dopo 14 giorni, tra medicine, esami, Tac, radiografie e trasferimenti in vari reparti, è deceduto. La Procura del capoluogo barbaricino ha aperto un’inchiesta sulla morte di Pietro Todde, 80 anni, nuorese. Tre i medici finiti nel registro degli indagati: la responsabile del reparto Malattie infettive del San Francesco, Antonina Carai, e le dottoresse dello stesso reparto Maria Teresa Josè Lai e Anna Maria Salerno. L’ipotesi di reato formulata dal pm Ireno Satta è quella prevista dagli articoli 589 e 590 sexies del codice penale: omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario. Tutto è partito dall’esposto presentato dai familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Mauro Intagliata. Pietro Todde entra in ospedale alle 22.30 del 15 settembre scorso. Non stava bene da alcuni giorni, aveva qualche linea di febbre.

Ma il 15 settembre la temperatura sale e l’anziano accusa dolori al petto, a quel punto i familiari chiamano il 118 e i medici decidono di trasportarlo al San Francesco. Dai primi accertamenti emerge un “deficit di piastrine e globuli bianchi”, si legge nell’esposto, riconducibile, secondo i sanitari, “a un’infezione in corso”. Todde viene ricoverato, “per questioni logistiche”, nel reparto di Otorinolaringoiatria e sottoposto a Tac toracica per una sospetta embolia polmonare. Tre giorni dopo, il 18 settembre, viene trasferito nel reparto Malattie infettive e il 20 settembre finisce in quello di Urologia. Il 24, dopo altri esami del sangue e con la prospettiva di una nuova Tac questa volta total body, fissata per il 3 ottobre, viene nuovamente portato in Otorinolaringoiatra. Il 26 nuovo spostamento nel reparto di Malattie infettive, “senza che nessuno ci informasse”, denunciano i familiari secondo i quali a questo punto “i medici iniziano a parlare di una pericardite”. Il 29 il quadro clinico dell’80enne fino al decesso. Da qui l’esposto e l’apertura dell’inchiesta.

Il 6 ottobre scorso alla presenza dei consulenti nominati dall’avvocato Mauro Intagliata, dai consulenti nominati dal pm Ireno Satta, e quelli nominati dagli avvocati Monica Macciotta e Giovanni Angelo Colli che difendono i tre medici indagati è stata eseguita l’autopsia. Secondo quanto emerso dai primi accertamenti l’anziano è morto per polmonite massiva bilaterale, pericardite e scompenso cardiorespiratorio acuto. La famiglia Todde intende adesso andare fino in fondo alla vicenda. “Dai primi accertamenti autoptici e dall’esame delle cartelle cliniche emergono ad avviso dei miei consulenti trattamenti sanitari inadeguati e incongrui tali da non aver impedito l’esito mortale del paziente – evidenzia l’avvocato Intagliata – i familiari con il mio supporto andranno avanti nella ricerca della verità e delle eventuali responsabilità del personale sanitario con estrema determinazione  ”.

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