“Non si può dare credito alle parole e alle promesse, palesemente interessate, di un assassino dichiarato parzialmente incapace di intendere e di volere”: l’avvocato Giovanni Picuti, legale dei familiari del ‘mostro di Foligno’ ha replicato così alla lettera nella quale Luigi Chiatti ha sostenuto di essere “una persona molto
diversa”. “Tutte le altre considerazioni – ha proseguito l’avvocato – le lasciamo al buon senso delle persone ragionevoli”.
Il legale ha scritto per conto delle famiglie di Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci, di 4 e 13 anni (nella foto a sinistra e a destra), uccisi da Chiatti a Foligno tra il 1992 e il 1993. “Nessuno può dire con certezza se Chiatti sia pentito o meno” ha sottolineato ancora Picuti. “Quello che rileva – ha aggiunto – non è tanto il suo tardivo ravvedimento, sincero o interessato che sia, ma la conferma della sua pericolosità sociale. È ragionevole presumere, e temere, che un criminale seriale come lui possa tornare a colpire anche dopo aver espresso sentimenti di pentimento e di pietà più o meno sinceri verso le vittime”. L’avvocato a ricordato ancora: “Abbiamo sempre sostenuto, aderendo alla sentenza di primo grado emessa dalla Corte d’assise di Perugia, la sua piena capacità di intendere e di volere, conseguenza della sua lucidità mentale, requisito quest’ultimo messo in discussione dalla sentenza della Corte d’assise d’appello che, a questo punto, torna utile, peraltro, per non prendere in considerazione le sue buone intenzioni manifestate attraverso la lettera di scuse”.