Mostro di Firenze, parla l’investigatore: “Si dovevano seguire indizi pista sarda”

È nella pista sarda “che andava cercato il vero Mostro di Firenze, visto che la famigerata Beretta calibro 22 uccise per la prima volta nel 1968 coinvolgendo i sardi Stefano Mele e Salvatore Vinci“. A sostenerlo è l’investigatore Davide Cannella, che fu consulente della difesa di Pietro Pacciani e Mario Vanni, che torna sulla pista sarda in un’intervista a Radio Cusano Campus sui delitti del Mostro di Firenze. Intanto proseguono le analisi dell’ogiva trovata qualche giorno fa dai carabinieri del Ros, che era rimasta dal 1985 in un cuscino trovato nella tenda di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili – la coppia di giovani francesi ultime vittime del mostro di Firenze. “Ritrovare un’ogiva all’interno di un cuscino dopo 33 anni significa che troppe cose non hanno funzionato, significa che troppe cose sono state fatte male. È chiaro che la colpa è degli investigatori che non sono stati capaci di capirne il linguaggio, il significato. Tutto questo fa il paio con la famosa ‘pista sarda’ che gli inquirenti non hanno seguito a dovere”, ma “non ci sono dubbi: il Mostro di Firenze è un personaggio legato alla pista sarda”.

Non dimentichiamo che nei primi anni ’80 dopo gli altri delitti del Mostro, qualcuno volle portare gli inquirenti sulla ‘pista sarda’ con una lettera anonima, segnalando appunto che la Beretta calibro 22 aveva già ucciso una coppia nel fiorentino nel ’68”. Per l’investigatore, “chi poteva sapere che la pistola protagonista dei delitti maniacali del Mostro di Firenze nel 1974 e nei primi anni ’80, era la stessa che uccise nel 68? Evidentemente, qualcuno che sapeva chi l’aveva utilizzata, ovvero chi ha sparato” e che “per vendetta voleva mettere gli inquirenti sulla strada giusta”. “Il Mostro di Firenze è un personaggio legato alla pista sarda – ha ribadito Cannella -. Non a caso, proprio una persona di quella cerchia, recentemente, mi ha rivelato che la famosa Beretta è stata fatta in mille pezzi e non la troveranno mai”.

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