Morto nella piscina di Orosei a 7 anni: processo al via, la madre è parte civile

Il giudice del tribunale di Nuoro, Giovanni Angelicchio, ha rigettato le questioni preliminari sollevate dagli avvocati Basilio Brodu e Adriana Brundu, difensori di Alessandra Gusai e Sergio Appeddu, rispettivamente proprietaria e amministratore delegato del residence di Orosei, imputati per la morte del bambino di 7 anni di Irgoli, Richard Mulas, annegato nella piscina della struttura il 2 settembre 2018. Entrambi sono accusati di omicidio colposo. Dello stesso reato è accusato anche uno dei gestori della struttura, Mathias Winkler – difeso da Antonella Pedduzza e Gino Nanni – che ha chiesto il rito abbreviato.

I difensori della proprietaria e amministratore hanno ritenuto il capo di imputazione generico, sostenendo la nullità del decreto che dispone il giudizio. Il giudice, dopo aver rigettato l’eccezione dei difensori, ha disposto l’apertura del dibattimento ammettendo tutte le richieste di prova delle parti. L’udienza è stata rinviata al 12 febbraio, quando verranno sentiti i primi tre testi del pm Riccardo Belfiori.

La morte di Richard, secondo la pubblica accusa, fu dovuta alla mancanza di una grata nel bocchettone di scolo della piscina del residence, dove il piccolo stava giocando mentre la mamma era impegnata a lavorare. Nell’incidente probatorio disposto dal gip Claudio Cozzella nel giugno 2019, erano state cristallizzate le prove. La mamma del bimbo, Celia Nieto Herrera, una volta archiviata la sua posizione come indagata per la morte del figlio, si è costituita parte civile insieme al padre del bambino con l’avvocato Francesco Lai. Mentre le quattro sorelle del piccolo sono rappresentate dall’avvocata Piera Pittalis.

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