Mont’e Prama, una tomba nuragica inviolata

Sensazionale scoperta a Mont’e Prama: gli archeologi nei giorni scorsi hanno aperto una delle tombe a pozzetto della grande necropoli e hanno trovato una sepoltura ancora inviolata. Dentro il pozzetto verticale c’è uno scheletro ancora nella stessa postura della deposizione. Lo scavo è ancora in corso, pare per ora che non ci sia alcun corredo funebre di accompagnamento, mancano però alcuni centimetri di terra da scavare e l’indagine potrebbe riservare grandi sorprese.

Sul posto è arrivata Ornella Fonzo, antropologa, che insieme alla collega Elsa Pacciani ha studiato già le ossa degli individui trovate dagli archeologici degli anni 1977 e 1979. È ancora presto per capire chi era il defunto venuto alla luce nei giorni scorsi dato che lo scheletro è ancora dentro la tomba, pare per ora che sia integro anche se le ossa sembrano corrose dal contatto con terra e umidità.

Potremmo trovarci  davanti a un altro giovane: i 41 individui già studiati da Fonzo  e Pacciani  erano quasi tutti maschi, di giovane età in buone condizioni fisiche, come se fossero dediti a un allenamento continuo da lavoro o esercizio militare.

Non è l’unica sorpresa dal sito: vicino alle tombe, in strati di terra non contaminati da interventi successivi, sono stati trovati piccoli frammenti di un calcare che a una prima analisi sembra simile a quella delle statue: l’idea è che siano frammenti di lavorazione, come se le sculture fossero state create sul posto e non arrivate da un’officina lontana. Se confermata potrebbe essere una prova della contemporaneità  tra le tombe e le statue: quello della cronologia è ancora uno dei dilemmi più grandi attorno al sito di Mont’e Prama.

Proseguono accanto agli scavi delle tombe anche le indagini sull’edificio circolare a pochi metri dalla necropoli: le ceramiche trovate in frammenti suggeriscono che si tratti di capanne nuragiche usate in diversi momenti dell’età del Ferro, intorno ai secolo X è IX. Una di queste,  particolarmente grande e in posizione  isolata, potrebbe essere secondo  Alessandro Usai, direttore scientifico  dello scavo, un edificio ‘cerimoniale’, riservato a riunioni e celebrazioni civili o religiose.
Francesca Mulas

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