Una passeggiata tutti insieme per riprendersi il Poetto. Il sindacato balneari: “Adesso devono agire i cittadini”

Alla faccia dei responsi alle “leggine”, delle decisioni burocratiche, delle lunghezze estenuanti dei politici. Adesso è la città che vuole muoversi, i cagliaritani (e non solo) stanchi di non avere più un posto dove godersi un caffè al sole. Così, alle 15 di domani, sabato 27 aprile, è stata organizzata una camminata lunga quanto tutta la spiaggia, dal primo all’ultimo chioschetto, quello vicino al confine con Quartu. Un tam tam che è partito dal basso, dalla Rete, da Facebook, e che ha già raggiunto 1500 adesioni. (Per adesioni e informazioni: https://www.facebook.com/events/439607176127108/)

In testa al gruppo, un semplice cittadino, Davide D’Elia, 35 anni, che metà dell’anno vive Cagliari e l’altra metà a Salvador di Bahia, in Brasile: “Non è una manifestazione pro e contro nessuno- ha spiegato in una conferenza stampa organizzata stamattina a Marina Piccola -. Più che altro è a favore della mamma e del bambino che la mattina vanno al mare e hanno bisogno di un servizio. Oppure dell’anziano che, il pomeriggio magari vuol prendersi un caffé godendosi il rumore delle onde”.

“Quello che mi domando è questo – ha aggiunto D’Elia – Cagliari è una città che vive sul mare e storicamente ha trovato al Poetto un punto di aggregazione. Perché i servizi devono essere a disposizione in centro e al mare no? Noi chiediamo che i cagliaritani possano fruire dei servizi sia al centro sia nel lungomare”.

Soddisfatto Alberto Bertolotti, presidente regionale del sindacato italiano balneari Confocommercio: “Totale sostegno alla manifestazione, ogni nostra azione sulla vicenda  Poetto è tesa in tal senso: a riappropriarci della spiaggia come bene comune, culturale. La stuazione in questo momento è di totale paralisi e caos normativo. Aspettavamo da tempo questa mossa della cittadinanza, dove ha fallito la politica e la burocrazia, qualcosa potrà fare la voce compatta e forte della città intera”.

Intanto è arrivato maggio e, su 19 baretti, solo due sono rimasti aperti (due baretti che però sono sottoposti a un procedimento amministrativo che potrebbe portarli a breve all’ordine di domolizione).  Morte anche le speranze degli operatori che hanno dovuto fare i conti con il no al dissequestro dei manufatti da parte della Procura. Il titolare del chioschetto “Sella del diavolo” ha spiegato di aver deciso di demolire tutto e ricostruire: “Siamo pronti – ha detto Alessandro Cogoni – e lo facciamo soprattutto per mettere al riparo la concessione demaniale”.

E mentre la stagione estiva sta per esplodere, da parte del Comune di Cagliari si attende. Si attende sempre: adesso, nello specifico, si attende l’ennesimo responso dopo la leggina denominata “salvabaretti” e già approvata  nelle settimane scorse dal Consiglio regionale. Come diceva Beckett? Ah sì… “En attendant Godot”.

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