Mirko ucciso dall’ex compagno della madre, aperto il processo: l’assassino rischia l’ergastolo

Si è aperto oggi davanti alla Corte d’assise di Cagliari il processo nei confronti di Masih Shahid, il 30enne pakistano che voleva uccide l’ex compagna, Paola Piras, di 52 anni, ma nell’aggressione ammazzò il figlio di lei, Mirko Farci, di 19, che aveva tentato strenuamente di difendere la mamma. Era l’11 maggio 2021. La mattanza avvenne nella casa della Piras a Tortolì, in Ogliastra. La donna è rimasta in coma per mesi, a seguito delle 17 coltellate inferte da Shahid che poggi era presente in aula, a differenza della 52enne.

La Corte, presieduta dal giudice Giovanni Massidda, ha respinto le questioni di illegittimità costituzionale e la richiesta di rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica avanzata dal difensore dell’imputato, Federico Delitala. Le stesse richieste erano già state rigettate dal gup di Lanusei in udienza preliminare. La Piras e i familiari della giovane vittima si sono costituiti parte civile con gli avvocati Marcello Caddori e Paolo Pilia.

Essendo contestato un reato punito con la pena massima dell’ergastolo, la norma obbliga il dibattimento in Assise. Prossime udienze il 5 ottobre e il 9 novembre. Il difensore ha fatto sapere che intende chiamare in aula come teste il proprio consulente psichiatrico: l’obiettivo è quello di dimostrare la fragilità e gli squilibri mentali di cui soffrirebbe da tempo l’imputato.

Secondo il legale, la stessa Piras avrebbe riferito agli inquirenti che l’uomo soffriva di “manie maniacali e suicide” e che di sua iniziativa si sarebbe affidato a un centro di salute mentale. In un processo parallelo celebrato a Lanusei con rito abbreviato, Shahid è già stato condannato dal gup il 7 giugno scorso a 3 anni per stalking e maltrattamenti nei confronti dell’allora compagna. Stando alla sentenza, l’uomo avrebbe isolato la donna costringendola a rinunciare alla sua vita, insultandola e minacciandola di morte.

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