Il Cammino minerario di Santa Barbara, mezzo milione di euro per investimenti

Un percorso di 400 chilometri unico al mondo, un itinerario esclusivo fatto di miniere dismesse, gallerie affacciate sugli scogli, villaggi fantasma e antiche ferrovie che si perdono nei boschi. Dal mare cristallino di Sant’Antioco alle fitte foreste del Marganai, dalle bianche dune di Piscinas alle spettacolari grotte di Is Zuddas, il Cammino minerario di Santa Barbara è un viaggio alla scoperta della Sardegna sud-occidentale, nel nome della patrona dei minatori le cui chiesette puntellano l’intero percorso. Il Cammino, che ha il riconoscimento ufficiale del Ministero fra i percorsi italiani, ha ricevuto un finanziamento regionale di mezzo milione di euro. Per valorizzarlo, l’assessorato della Programmazione attraverso il Centro regionale di Programmazione sta elaborando un progetto insieme alla Fondazione del Cammino di Santa Barbara e con il coinvolgimento di Carbosulcis, Forestas, Parco Geominerario e Igea.

“Qui si cammina sulla terra più antica d’Italia, lungo un itinerario tra mare, monti, miniere, chiese e testimonianze uniche della millenaria epopea mineraria della Sardegna”, ha detto Paci concludendo l’assemblea dei soci della Fondazione presieduta da Giampiero Pinna e convocata oggi nella miniera di Monteponi a Iglesias: ne fanno parte 21 Comuni, la Diocesi e l’associazione Pozzo Sella, che per prima ha rilanciato l’idea di sviluppare e valorizzare il Cammino. “È un progetto a cui teniamo e su cui ci siamo impegnati al massimo perché crediamo moltissimo nelle sue potenzialità, che non è stato facile portare a compimento. Ci siamo riusciti, con il coinvolgimento di tutti gli assessorati interessati e grazie alla programmazione unitaria che mette insieme le competenze dei tanti assessorati coinvolti. Nei prossimi mesi – assicura il vicepresidente della Regione –  verrano realizzate le opere infrastrutturali per rendere fruibili tutti i 400 chilometri del percorso che racconta l’intera  storia del Sulcis, e tutti gli interventi saranno realizzati nel pieno rispetto dell’ambiente. La Regione è interessata a sviluppare ogni elemento possa ulteriormente valorizzare questo progetto. Qui il passato delle miniere viene ripensato e rinasce in un’altra forma, a dimostrazione che il passato può continuare a vivere e raccontare la storia della Sardegna. È un cammino naturalistico e religioso così ampio e interessante che può attrarre decine di migliaia di turisti, ma anche qualsiasi investitore, e su questo insisteremo particolarmente perché si possano creare occasioni di nuova occupazione.  Non abbiamo solo miniere: abbiamo storia, religione, ambiente, archeologia industriale, letteratura. È un patrimonio fantastico – conclude Paci – che dobbiamo continuare a valorizzare al massimo per far conoscere al mondo il Sulcis e la  Sardegna”.

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