Piantagione di cannabis a Sassari: conduzione familiare, indagati in nove

Una piccola ‘azienda’ a conduzione familiare: dove ogni membro della famiglia si occupava di un’attività. Dalla coltivazione alla raccolta fino all’essicazione per arrivare al prodotto finito. Con tanto di custodia con vigilanza armata. Sono nove le persone indagate al termine dell’attività investigativa condotta dalla Squadra mobile di Sassari e coordinata dalla pm Maria Paola Asara, che il 23 luglio dello scorso anno aveva portato all’arresto di due sassaresi di 41 e 45 anni, accusati di coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti. Gli investigatori avevano scoperto nelle campagne di Badde Pedrosa, alle porte della città, una piantagione di canapa indiana gestita con un sofisticato sistema di videosorveglianza. Erano state sequestrate 458 piante di cannabis e quasi cinque chili di marijuana già raccolta e messa a essiccare. Lo sviluppo delle indagini ha preso le mosse dall’arresto dei due, indicati come “custodi”.

L’organizzazione, i turni e la vigilanza armata. Per capire quante fossero effettivamente le persone coinvolte nella gestione della piantagione sono stati utilizzati anche i filmati del sistema di videosorveglianza. Oltre duecento ore di immagini che hanno consentito di individuare tutti quelli che si occupavano della coltivazione, dall’irrigazione alla concimazione, sino all’essicazione della marijuana in alcuni locali appositamente adibiti, pertinenza dell’abitazione principale di uno degli indagati. Sostanzialmente della coltivazione si occupavano due famiglie, che a turno si alternavano alle cure e alla vigilanza armata, con pistole semiautomatiche che venivano maneggiate imprudentemente dai capi famiglia, anche davanti ai figli minorenni: dalle immagini esaminate i ragazzi sono stati sorpresi a maneggiarle, lasciandosi sopraffare dalla curiosità. Ora gli indagati devono rispondere di produzione, traffico, detenzione illecita di sostanze stupefacenti, oltre che di detenzione di armi da sparo. Sono state considerate aggravanti il numero delle persone coinvolte, l’uso di armi, la presenza di minori e l’ingente quantità di droga sequestrata.

Foto d’archivio

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