L’uomo della foto-simbolo dei roghi: “Ero distrutto”

La sua immagine ha fatto in poche ore il giro del web: è riuscita a raccontare con un solo scatto il dramma di follia e devastazione che tutti i sardi stanno vivendo in questi giorni. Ivan Lai, dipendente dell’Ente Foreste, è oggi l’interprete di un’isola che non si arrende: la foto lo ritrae in ginocchio, la divisa arancione annerita, i guanti gettati a terra, le mani a coprire gli occhi che bruciano per il fumo. “Eroe” lo chiamano già sui social network, Lai è il simbolo di quanti da ore lottano contro il fuoco che sta violentando l’isola, due giorni di delirio tra Canadair ed elicotteri in volo, ettari invasi dalle fiamme, case evacuate, aziende distrutte, decine di feriti ustionati o intossicati, animali e bestiame uccisi.

L’immagine simbolo di queste giornate di incendi da San Gregorio a Ghilarza, da Sinnai a Sassari, da Furtei fino a Foresta Burgos è oggi l’uomo di Isili: 48 anni, sposato e con una figlia sedicenne, lavora per l’Ente Foreste ma come stagionale per soli sei mesi all’anno, nel periodo dei cantieri e del servizio antincendi da maggio a ottobre.

Come ci si sente a essere considerati eroi? “Sono solo una persona che ha fatto il suo dovere, tutto qui, non amo molto stare al centro dell’attenzione. E poi del mio lavoro preferisco parlare delle piante che crescono e vivono, non della natura che brucia”. Un velo di imbarazzo nella voce al telefono, Ivan Lai non ci si vede proprio nella veste di protagonista: gli raccontiamo che la sua foto è stata postata su internet da migliaia di sardi, ha avuto tantissimi commenti da emigrati, italiani e stranieri, una condivisione virale che ha fatto il giro del mondo.

“Tante persone hanno lavorato come me ieri, impegnate a spegnere gli incendi, ma non sono state fotografate: è stato un caso che abbiano ripreso me, eravamo in tanti”. Lo scatto, firmato da Ivo Murgia, fa parte di un reportage di una lunga pesante serata nelle campagne di Nurallao, in località Su Sramentu: fiamme alte e soffocanti partite da Isili hanno distrutto ettari di bosco e campagne, l’azienda dello stesso Murgia è stata minacciata dal fuoco che ha incenerito l’uliveto e un boschetto di lecci.

Ieri sera Lai era di riposo, ma appena ha saputo che la campagna bruciava ha indossato la tuta e raggiunto i suoi colleghi: “Non potevo non esserci, conosco da sempre quei posti e ci sono molto affezionato. Cosa ho provato nell’istante in cui mi scattavano la foto? Ero stanco, stremato fisicamente e moralmente, in quel momento mi ero allontanato dal fronte dell’incendio perché sapevo che non avrei potuto fare di più. I miei colleghi mi hanno aiutato e soccorso, ero distrutto. Non mi sono neanche accorto del fotografo, solo il giorno dopo ho visto su internet quelle immagini”.

Anche oggi Lai era sul fronte mentre il fuoco continuava la sua corsa impazzita attorno a Laconi e Nurallao, ha messo da parte la stanchezza ed è tornato al lavoro, “Ma con una enorme tristezza nel cuore: vedere tutto questo fa tanto male”.

Francesca Mulas

 

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