L’INTERVISTA/I commissari dell’Unesco in visita al Parco geominerario: “Fantastic”

Fantastic”, fantastico. Questa l’esclamazione, sentita e emozionata, di Richard Watson, commissario dell’Unesco in missione nel Parco Geominerario storico e ambientale della Sardegna, all’uscita dalla galleria di Porto Flavia, Masua, a strapiombo sul mare, con lo sfondo il possente Pan di zucchero.
I commissari dell’Unesco Richard Watson, irlandese, e Ana Ruiz, spagnola, hanno visitato la galleria mineraria da martedì, e fino a venerdì, per passare al setaccio i siti e la documentazione per verificare se il Parco ha mantenuto i requisiti necessari quanto a sviluppo sostenibile, turistico e scientifico, ma anche amministrativo, per poter fare ancora parte delle rete dei Geoparks europei e mondiali patrocinati dall’Unesco.

Infatti il Parco Geominerario della Sardegna non gode di buona salute essenzialmente perché non è stata ancora data attuazione alla proposta di riforma dell’ente che metterebbe fine alle lotte intestine che ne animano la vita tormentata e al contempo ne bloccano lo sviluppo. Ecco perché il rischio fondato è quello della esclusione del Parco della Sardegna, il primo e il più grande ad essere stato costituito, dal circuito dei Geoparks.

I commissari hanno già visitato alcuni dei siti minerari più importanti, come la grotta di Santa Barbara e il villaggio minerario di Rosas, partendo però dal cuore del Parco, la palazzina Bellavista di Monteponi e l’archivio storico minerario, dove hanno potuto visionare il patrimonio documentale storico e unico della vita di miniera ammirevolmente conservato e fruibile con i più moderni mezzi tecnologici. Qui hanno anche incontrato il Commissario del Parco Antonio Granara, che ha esortato i commissari ad una valutazione attenta di tutti i risvolti che il Parco rappresenta per la comunità sarda, e il sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo, nella doppia veste anche di capo delle comunità del parco, di cui fanno parte 52 comuni e dieci associazioni di volontariato.

La visita alla galleria. Si inizia intorno alle dieci, in una giornata stupenda di sole e di mare, dopo aver firmato il registro delle presenze ed aver indossato l’elmetto di protezione. Accompagna tutti una delle guide del parco, Angelo Cuccu, l’interprete Patrizia Medas e il Prof. Antonio Vernier, presidente del Club Unesco di Cagliari nonché profondo conoscitore delle vicende del parco e alcuni rappresentanti del Parco.
La guida subito cominciaa raccontare la storia e le caratteristiche tecniche della galleria, che prese il nome dalla figlia primogenita del suo progettista, l’ingegnere Cesare Vecelli, nel 1924. La sua realizzazione durò due anni per uno sviluppo di circa 600 metri per dare una soluzione più economica, tramite un trenino elettrico, al problema del trasporto via mare del minerale estratto dalla vicina miniera di Masua. La sua attività durò fino ai primi anni 60 quando venne abbandonata al suo destino per circa trent’anni. Poi, con la nascita dell’Igea , i primi lavori di recupero e consolidamento e, successivamente, grazie all’azione di un gruppo di volontari che credevano in uno sviluppo turistico dei siti minerari dismessi, le prime timide esperienze turistiche. I commissari hanno dimostrato subito grande interesse sia per l’ingegno tecnologico sia per il grande valore che queste strutture hanno. Watson : “Questi siti minerari dismessi sono affascinanti in quanto tale, ma inseriti in questo contesto ambientale diventano semplicemente straordinari ”. La sua macchina fotografica immortala ogni più piccolo particolare, perfino le luci e dice: “Questa illuminazione ha un buon impatto sull’ambiente interno della galleria perché non è affatto invasiva ed anzi è calda e avvolgente”. Poi l’uscita sul mare dalla galleria con un panorama mozzafiato, con il Pan di zucchero immerso in un mare azzurro che toglie il fiato al commissario dell’Unesco: “ fantastic “, commenta, mentre continua a fare fotografie di ogni angolo del sito.

Si percorre a ritroso il percorso della galleria, che fu per circa quarant’anni luogo di lavoro duro e sofferente, ed anche di morte, a causa di un incidente mortale. Sulla via del rientro, nella penombra della galleria, incontriamo una scolaresca in visita anche loro. Circa cinquanta scolari che le insegnanti, preoccupatissime, trattengono a stento, spezzando il silenzio quasi sacro di quel luogo così unico, con le loro voci allegre.

L’INTERVISTA.

Quali impressioni dalla visita al Parco Geominerario?
Richard Watson: “Sarebbe impossibile visitare la Sardegna senza rimanere impressionati dallo scenario e dall’ospitalità della gente. Per quanto ho potuto vedere il Parco sta lavorando nella direzione giusta, con una buona gestione e sta facendo molto per lo sviluppo sostenibile con una gestione ambientale dei siti”.
Come giudicate il grande sostegno al Parco che viene dalle popolazioni locali?
Ana Ruiz: “ Ho avuto la fortuna di visitare questo Parco già in precedenza ma senza aver avuto la possibilità di entrare in contatto con la gente del posto. Mi ha colpito il grande attaccamento che le persone del posto hanno nei confronti del Parco e di ciò che rappresenta, sia come passato ma anche pensando al futuro”.
A vostro giudizio, quali le principali carenze del Parco Geominerario della Sardegna?
Richard Watson: “Una bella birra fresca guinness”, dice ridendo il commissario, intendendo che forse un punto di ristoro sarebbe una di quelle cose che manca. Riprendendo poi il discorso, continua: “ è difficile trovare qualcosa che manca nel Parco. Analizzando meglio la situazione e volendo dare un consiglio direi che si potrebbe lavorare per migliorare le interconnessioni tra i vari siti con le indicazioni per poterli raggiungere. Ma so’ che i colleghi si stanno già muovendo in questa direzione con nuovi progetti”.
Ana Ruiz: “ Ora noi faremo il nostro report che comprenderà non solo l’aspetto ambientale ma anche quello della sua gestione manageriale, il quale sarà valutato in modo complessivo da una commissione dell’Unesco, che si riunirà in settembre nel Cilento, Campania. Le nostre sono comunque buone impressioni e il nostro report riporterà certamente questo giudizio positivo”.
Richard Watson: “ Ripetiamo, però, le nostre valutazioni di sostenibilità devono tener conto non solo dei siti ma anche dei dati statistici, bilanci e quindi della sua gestione, insomma una valutazione complessiva”.

Oggi sarà il giorno in cui si esaminerà la documentazione contabile del Parco. Poi il quadro sarà completo.

Carlo Martinelli

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