«Lui mi ha detto spogliati. Gli ho risposto di no. Ripetevo in continuazione no no no. Lui brandiva il coltello verso di me, l’uomo mi ha afferrato per il collo e mi ha attaccata al muro, mi ha anche colpita con uno schiaffo, mi ha premuto un cuscino in faccia, non ricordo neanche in che momento mi ha minacciata di fare qualcosa alla bambina per costringermi a spogliarmi. Gli ho detto di mettere via il coltello e mi sono spogliata completamente». E’ il drammatico racconto reso dalla moglie dell’ex assessore regionale Marco Carboni, accusato di violenza sessuale e rapina aggravata. Nel riportare questo passaggio l’Unione Sarda in edicola oggi ricostruisce le tensioni che sono state all’origine del folle gesto dell’uomo, che si è presentato in casa mascherato da rapinatore e di aver aggredito la donna di fronte alla figlia, al suocero e alla baby sitter. La rottura di una relazione che si è accompagnata a contrasti fortissimi sul piano economico.
L’interrogatorio di Carboni, davanti al gip Giampaolo Casula, si sarebbe dovuto svolgere ieri ma è slittato su richiesta dell’avvocato Leonardo Filippi. Probabilmente l’ex assessore sarà sentito di nuovo lunedì. Il suo legale aveva presentato, prima dell’arresto, una memoria difensiva che parlava di complotto ai danni dell’uomo per ragioni economiche e legate all’affidamento della figlia.