Le visite della famiglia reale al Brotzu, spuntano i nomi dei medici ‘in servizio’

Adesso spuntano i nomi dei medici che martedì, su ordine dei vertici del Brotzu, sono stati ‘ingaggiati’ per visitare la famiglia reale di Abu Dhabi. Un triplo check-up che il commissario Paolo Cannas ha liquidato come “prestazione intramoenia‘, ma stando alle nuove informazioni raccolte da Sardinia Post non è successo esattamente così.

Andiamo con ordine. Come si vedeva nel video che il nostro giornale ha girato il 9 luglio al piano terra dell’ospedale cagliaritano, davanti all’ambulatorio di Ortopedia e Anestesia (guarda qui), c’era un medico col camice bianco che ha accolto la famiglia reale tenendo le braccia dietro la schiena, in segno ossequioso. Si tratta di Maurizio Porcu, direttore del reparto di Cardiologia. Il dottore è stato reclutato su richiesta di Marinella Spissu, quadro della Direzione sanitaria nonché candidata coi Riformatori alle Regionali di febbraio. Ovvero lo stesso partito che ha scelto Cannas. È stata la Spissu a gestire le visite della casa regnante degli Emirati Arabi e si è appunto servita di una équipe multidisciplinare.

Oltre a Porcu, arrivato insieme a un’infermiera (anche lei con le braccia dietro la schiena), il pomeriggio del 9 luglio è stato chiamato in servizio pure Roberto Tumbarello, altro direttore al Brotzu, nel reparto di Cardiologia pediatrica. Lui, professionista di fama, non si è però prestato a schierarsi fuori dall’ambulatorio per riservare alla famiglia reale l’accoglienza da star decisa da Cannas. Tumbarello si è limitato a fare le visite richieste. Anche perché tra i componenti della casa regnante sottoposti a check-up c’erano anche cinque minorenni. Risulta inoltre che per le visite fosse presente anche uno specialista in Dermatologia e uno in Ortopedia, ma non si conoscono i nomi dei medici prescelti.

IL COMMENTO: Le visite al Brotzu, pazienti tutti uguali. Ma quelli arabi più uguali degli altri

La famiglia reale di Abu Dhabi è rimasta al Brotzu sino alle otto sera. Ai pazienti arabi sono stati eseguiti anche dei prelievi del sangue, previsti a qualunque ora solo al pronto soccorso e in caso di ricovero, ma non durante le visite specialistiche. Non solo: visti gli illustri pazienti, l’ospedale ha disposto pure l’immediato esame delle provette, i cui referti sono arrivati a tempo di record. In linea col ‘trattamento speciale’ riservato ai ricchi degli Emirati arabi.

Dalle verifiche fatte dal nostro giornale, i check-up della famiglia reale, benché a pagamento, non possono essere inquadrati fra le prestazioni intramoenia. Per una serie di ragioni. La prima: quando si prenotata una visita in regime di libera professione (questa è l’intramoenia), è il paziente che sceglie il medico. Con gli arabi invece è andata diversamente: lo staff della casa regnante ha  saltato tutti i passaggi prendendo contatti diretti con la dirigenza dell’ospedale che ha deciso in autonomia quali équipe reclutare. Ancora: tutte le prestazioni svolte come libera professione all’interno dell’ospedale, per legge devono avere una corrispondenza in regime di convenzione. I reali di Abu Dhabi, al contrario, hanno ricevuto una tipologia di assistenza che non è prevista dal Servizio sanitario regionale, il quale non contempla i check-up mutidisciplinari, come quelli erogati alla famiglia di Abu Dhabi.

Il resto della vicenda è storia nota: per visitare i reali arabi, martedì 9 luglio l’ambulatorio di Ortopedia e Anestesia è stato chiuso al pubblico. Erano previste altre visite, sempre a pagamento. Ma i pazienti sardi sono stati dirottati in locali di fortuna, meno attrezzati e di certo non abbelliti con le piante tirate a lucido e portate al pieno terra per l’occasione.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share