Lavoro, in Sardegna crolla l’occupazione: dati Istat peggiori della media italiana

“I dati del rapporto Istat 2013 non costituiscono una sorpresa per la Sardegna. A cominciare da quello della disoccupazione che a marzo di quest’anno registra un tasso nazionale dell’11,5%, mentre in Sardegna è cinque punti superiore (quarto trimestre 2012) 16,4%. Il tasso di inattività al 40,3% nell’isola, pari a 456 mila persone in età lavorativa, è la conferma delle dimensioni della crisi che attanaglia l’isola”. Lo ha detto il segretario della Cisl, Oriana Putzolu, commentando gli ultimi dati diffusi dall’Istituto di statistica.

Secondo la Cisl ci sono “patologie sociali che si aggravano sempre più, come l’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione pari al 25,1%, mentre il 27,6% di giovani che non studiano e non lavorano in età tra 15 e 29 anni è la più alta tra le regioni italiane. I numeri del malessere presentati dall’Istat si ingigantiscono nella nostra regione a causa della dilagante disoccupazione, dell’alto numero di lavoratori in ammortizzatori sociali (146.000) e di un quadro economico che non offre speranze e prospettive neppure al terziario tradizionalmente dinamico”.

“Il sindacato – ha concluso Putzolu – da tempo predica nel deserto: nessuno ascolta le sue richieste per un Piano straordinario per il lavoro, per la riforma dei sistemi dell’istruzione e della formazione, la messa in opera di una serie di riforme, politiche sociali, ambientali e nel settore dei beni culturali, che potrebbero rimettere in movimento, unitamente agli interventi nelle opere pubbliche, il mercato del lavoro interno”.

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