C’è attesa, curiosità, ma anche un po’ di malumore, tra i lavoratori del teatro Lirico. La notizia che Mauro Meli ritorna in teatro dopo 11 anni (ha lasciato nel 2003) come sovrintendente, ha lasciato un po’ basiti i 300 e passa dipendenti. Molti di loro, in questo momento, stanno lavorando alle prove, e il tempo per scambiarsi commenti e opinioni è stato pochissimo. Roberto Camarra, segretario generale di una delle sigle sindacali del teatro, quella della SLC CGIL di Cagliari, è molto pacato nell’esprimere giudizi: “I lavoratori non sono sfavorevoli alla nomina, direi che un buon 70 per cento ha accolto con favore il nome di Meli, mentre il 30 per cento ha manifestato una certa contrarietà”.
Una contrarietà dettata soprattutto dal “buco” lasciato da Meli nella sua passata gestione (in una recente intervista su YouReporter.it Meli parla di 4 milioni di deficit “Dovuto ai ritardi dei contributi da parte dei soci e degli sponsors”, ma altre fonti hanno stimato 25 milioni), e che in una situazione di crisi generale come questa fa ancora più paura. “Però erano tempi diversi – sottolinea Camarra- oggi una situazione come quella non sarebbe più possibile. C’è più controllo e attenzione. Oggi, quello che ci aspettiamo, è un incontro immediato tra i lavoratori e il nuovo sovrintendente. Vogliamo parlare di piani di rilancio, capire cosa ha nel cassetto per il nostro teatro, perché c’è assoluto bisogno di far ripartire questa macchina che viaggia da troppo tempo col freno tirato”.
Sulla professionalità di Mauro Meli, tiene a ribadire Camarra, non c’è dunque nessuna incertezza. “E’ un nome di assoluto prestigio, un uomo che ha lavorato nei più grandi teatri del Paese e che è in grado di rilanciare il Lirico. Per quanto ci riguarda, convocheremo al più presto le sigle in un’assemblea generale e discuteremo quali i passi da compiere. La nomina di Meli non va considerata come una vittoria e nemmeno come una sconfitta del teatro. Semmai, la vera sconfitta è stata quella della politica che in tutto questo tempo non ha lavorato per la buona gestione della Fondazione. La vera soddisfazione sarà produrre cultura sul territorio e veder rinascere la nostra martoriata Sardegna”.
Donatella Percivale