Latte, Confindustria lancia l’allarme: “Clima teso, basta minacce e violenza”

“Siamo solidali con chi protesta e manifesta in maniera civile e legale, per segnalare problemi che è giusto affrontare e risolvere. Il tavolo di confronto tra le parti non può però svolgersi in questo clima”. Così Confindustria Sardegna sulla protesta dei pastori. “Le aziende sono fortemente minacciate e assediate in un clima che diviene sempre più incontrollato – scrive Confindustria in una nota – con crescenti violazioni, ricatti e minacce che mirano, superando ogni limite tollerabile di legalità, a terrorizzare gli imprenditori, i lavoratori, i trasportatori e gli stessi allevatori che non aderiscono alla protesta. Non sono accettabili e giustificabili le incursioni, i danneggiamenti, i vandalismi, i blocchi di questi giorni e di queste ore a danno delle imprese dei nostri territori”.

Gli industriali sollecitano l’intervento di Regione e Governo nazionale. “Aziende casearie sarde aderenti a Confindustria chiedono al Governo nazionale e regionale di porre in campo un’azione forte e coordinata di governance che, evitando qualsivoglia strumentalizzazione o opportunismo di parte, miri a riportare con estrema urgenza sicurezza e sblocco operativo con percorsi condivisi e partecipati di attenuazione delle evidenti criticità e, al contempo, con l’impostazione di soluzioni programmatiche strutturali che evitino il riproporsi del fenomeno – spiegano gli industriali -. I caseifici privati stanno cercando in queste ore il massimo coordinamento con il comparto della cooperazione per individuare proposte percorribili e compatibili con le quotazioni di un mercato da cui strettamente dipende la sostenibilità e, quindi, l’equilibrio economico di aziende che, se entrassero in crisi, comprometterebbero tutta l’economia sarda e gli attori del comparto. È certamente interesse primario e collettivo tutelare e salvaguardare gli allevatori, che costituiscono una componente fondamentale e imprescindibile della filiera e su cui gravano oggettive difficoltà talora drammatiche. Ma è interesse di tutti anche non pregiudicare la sopravvivenza stessa delle aziende di trasformazione e la loro continuità produttiva, proprio in questa fase di crisi”.

Confindustria Sardegna portano avanti una proposta. “Per superare la situazione contingente gli industriali privati e della cooperazione possono, se viene ripristinata una condizione generale di sicurezza ed equilibrio, ricercare meccanismi di remunerazione della materia prima raccordati e differenziati rispetto alle produzioni – spiegano nella nota -. Tenendo sempre presente che le aziende nel 2018 hanno remunerato il latte a un prezzo fuori mercato (85 centesimi) con il risultato di avere magazzini pieni di invenduto e con quotazioni nel contempo ridotte di oltre il 30%. Ma è indispensabile che le parti e le rappresentanze in causa diano massima garanzia sulla sicurezza rigettando ogni azione violenta o intimidatoria, gravissima e assolutamente inaccettabile per un confronto che miri a risolvere realmente i problemi. Al riguardo si chiede anche la massima vigilanza ed attenzione da parte delle istituzioni chiamate a tutelare i lavoratori, gli impianti, le attrezzature e i mezzi delle imprese”.

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