Latte, allevatori nuoresi protestano. Centrosinistra spaccato sulla risoluzione

Il tempo è scaduto, l’agricoltura sarda è stata presa in giro. Ora la Regione inizi a dare risposte. Arriva forte da Nuoro l’ennesimo ultimatum alla Giunta Pigliaru in vista della grande protesta di piazza peevista a Cagliari l’1 febbraio. Un centinaio di imprenditori agricoli e decine di amministratori si sono ritrovati nella sala parrocchiale S. Giovanni Battisti, chiamati a raccolta dalla Coldiretti. “Il prezzo del latte a 50 centesimi non copre nemmeno i costi di produzione, è una vergogna e questa è la nostra prima vertenza – spiega Alessandro Serra, direttore di Coldiretti Nuoro-Ogliastra – ma non dimentichiamo i ritardi dei premi comunitari e i danni provocati dal maltempo: stiamo procedendo a quantificarli, posso però già dire che sono enormi. E per sostenere le nostre ragioni porteremo migliaia di persone a Cagliari”.

Le richieste le ha sintetizzate il presidente regionale dell’organizzazione di categoria, Battista Cualbu: “chiederemo che venga attivato il bando Indigente per molti allevatori in ginocchio, il contributo de minimis, un intervento immediato per lo sblocco dei fondi Psr, l’avvio degli sportelli Agea per riesaminare le pratiche anomale e misure urgenti per risanare i danni subiti dai pastori con il maltempo”. Ma per vincere serve unità di intenti. “Non può essere ciascuno di noi a determinare il prezzo del latte con l’industriale, dobbiamo stare uniti se vogliamo spuntarla – avverte Culabu – Il latte in Corsica lo comprano a 1 euro e 35 centesimi e a loro lo stanno vendendo i nostri industriali, dobbiamo essere noi a gestire la politica del prezzo”.

Sindaci sulla stessa linea. “Vorrei che non passasse il messaggio che è una lamentela continua da parte degli allevatori, ma che si capisse che c’è al fondo un enorme problema – dice la prima cittadina di Oniferi Stefania Piras – In questa zona la pastorizia è l’attività principale, non possiamo svendere il nostro lavoro e impoverirci ulteriormente”.

“La Regione deve affrontare la questione – ribadisce il sindaco di Ollolai Efisio Arbau – L’unica soluzione è trovare un modo per ritirare il formaggio e far aumentare così il prezzo del latte, ma l’istituzione regionale fa orecchie da mercante”.

E dopo la presa di posizione della Coldiretti arriva anche la battaglia politica. La Base va controcorrente nel centrosinistra e il consigliere regionale Gaetano Ledda vota contro la risoluzione approvata dalla maggioranza in commissione Attività produttive per dare risposte alla crisi del comparto ovino. All’attacco anche il centrodestra che si è astenuto nella votazione del documento, un testo che fissa tredici azioni da intraprendere. Diverse le soluzioni individuate dalla commissione presieduta da Luigi Lotto (Pd): dal ricorso a misure creditizie straordinarie all’attivazione di interventi finalizzati, dal miglioramento e diversificazione delle produzioni agli incentivi al reddito degli allevatori fino al ritiro dal mercato di una parte della produzione di pecorino romano. La risoluzione sollecita poi la Giunta ad accelerare le procedure per il pagamento di alcune misure del Psr 2014-2020 e ad istituire un tavolo nazionale sull’ovicaprino. Tra gli interventi di lungo e medio termine, il documento suggerisce l’attivazione di aiuti de minimis finalizzati alla diversificazione produttiva. Ma ai consiglieri di maggioranza della Base la proposta non piace.

“La risoluzione non dà nessuna risposta – spiega Gaetano Ledda – E’ molto vaga e non all’altezza della crisi. Non emerge un’idea e una strada per portare il comparto fuori dal pantano”. Forti dubbi anche dall’opposizione. “Spiace che si sia sprecata l’occasione per mettere un punto fermo al crollo verticale del prezzo del latte e alla conseguente speculazione in atto contro l’intera filiera lattiero casearia”, sottolineano gli esponenti del centrodestra Luigi Crisponi (Riformatori), Gianluigi Rubiu (Udc) e Marco Tedde (Fi).

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