Lanusei, no alla chiusura dell’ospedale. Scendono in piazza migliaia di persone

Oltre un migliaio di persone hanno partecipato alla fiaccolata simbolica, promossa dai 23 sindaci ogliastrini, in collaborazione con i sindacati Cgil, Cisl e Uil, con le associazioni di volontariato, i ragazzi e i docenti delle scuole, contro il depotenziamento dell’ospedale Santa Maria della Mercede di Lanusei, dove recentemente sono state sospese le attività nel reparto di Ortopedia.

Il corteo è partito da piazza Marcia, si è snodato in via Umberto e via Roma, per poi approdare di fronte all’ospedale. Tanti i sindaci, tutti con la fascia tricolore: “Abbiamo raccolto i frutti di una riforma sanitaria che ha tradito ogni aspettativa soprattutto nei territori marginali come il nostro – ha detto il sindaco di Arzana Marco Melis -. Da qui deve partire una presa di coscienza che si deve tradurre in uno scatto d’orgoglio teso a riconquistare l’autonomia sia della Asl che della Provincia d’Ogliastra, due istituzioni indispensabili per la salvaguardia degli interessi dei cittadini ogliastrini”.

Palloncini, slogan e striscioni nel corteo contro le scelte della Regione. “Salviamo l’ospedale”, recitava lo striscione che ha aperto la manifestazione. “Quanti milioni di euro vengono dati al Mater? Chi ha il coraggio risponda” recitava un altro striscione che contesta l’investimento nell’ospedale privato di Olbia. “L’Ogliastra è compatta nel difendere il diritto alla salute, che fa parte di quel pacchetto di diritti inalienabili garantiti dalla Costituzione – ha spiegato il sindaco di Tortolì Massimo Cannas – Non si può correre il rischio di vedere svuotati i nostri reparti come sta avvenendo con Ortopedia, dove si svolgono solo servizi ambulatoriali perché manca il personale. Non solo: deve tornare qui la Asl con il suo centro decisionale. Vogliamo tornare a essere centrali per poter prendere le decisioni che ci riguardano”.

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