L’allarme: “I giovani sardi non studiano e non cercano occupazione”

Stipendi bassi, disoccupazione e giovani che non lavorano e non studiano. Tre elementi che, secondo quanto riportato dal dossier dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, illustrato a Napoli, nella giornata conclusiva del IX congresso della categoria professionale, spingono le provincie della Sardegna nella parte più bassa della classifica nazionale. Tra i dati più preoccupati c’è quello relativo ai giovani under 29 che non lavorano, non studiano e non seguono nemmeno corsi di formazione cioè nello stato di “Neet” (Not in Education, Employment or Training): nel 2016 la percentuale più cospicua si è registrata nel Medio Campidano (46,2%), poco meglio Carbonia-Iglesias con il 38,2 per cento, Oristano con il 33,1, Sassari con il 32,2, Nuoro con il 29,4, l‘Ogliastra con il 28,1 e Cagliari con il 25,3 per cento che la piazza al 39° posto della classifica nazionale. In tutta Italia, secondo i dati del 2016, sono complessivamente 2,2 milioni unità (1,1 milioni donne e 1 milione di uomini) in diminuzione rispetto al 2015 di 135 mila unità (-5,7%). La flessione maggiore si registra nelle regioni del Nord (-8,4%), rispetto a quelle del Centro (-5,9%) e del Mezzogiorno (- 4,2%).

Gli stipendi più bassi

Secondo l’analisi Bolzano è la regina delle province italiane per stipendi e numero di occupati: i lavoratori guadagnano in media 1.476 euro mensili. Le province della Sardegna non navigano in buone acque: l’Ogliastra è ferma alla posizione 108 con uno stipendio medio di 1.087 euro al mese, la precede di una posizione Olbia-Tempio con solo 1.099. A Nuoro non si sta certo meglio alla posizione 103 con 1.121 euro in media di stipendio mensile, mentre al 92° posto i Italia si piazza Carbonia-Iglesias con 1.171 euro di stipendio, al 90° Sassari con 1.185, mentre con soli 31 euro in più (1.216 euro al mese) Oristano si piazza all’82° posto. Poco più “ricche” Cagliari e il Medico Campidano: la prima è al 65° posto con 1.258 euro e la seconda al 56° con 1.279. In pratica in tutta la Sardegna lo stipendio medio non ha mai raggiunto i 1.300 euro. Una situazione preoccupante a cui bisogna aggiungere gli altri  fattori messi in luce dall’analisi: il tasso d’occupazione e il tasso di disoccupazione.

Occupazione e disoccupazione

A Bolzano il tasso di persone al lavoro è del 72,7%. In fondo alla classifica, invece, c’è Reggio Calabria dove risultano impiegati soltanto 37,1 soggetti su 100. Cagliari si ferma alla posizione 71 con un tasso del 53,6%, Nuoro al 75° con il 52,2%, seguito subito da Oristano con il 52% e da Olbia-Tempio con il 51,9%. L’Ogliastra si ferma all’82° posto con il 50 per cento, Carbonia-Iglesias al 90° con il 43,8% e al 93° si piazza il Medio Campidano con il 43,1 per cento.
Il tasso di disoccupazione non traccia un quadro più roseo: al primo posto c’è Crotone con il 28,3 per cento seguito dal Medio Campidano con il 27,8%. Sassari è all’11° posto con il 21,9, seguita al 16° posto da Carbonia-Iglesias con il 20,6, Oristano alla posizione 18 con il 19,8%, Cagliari alla posizione 35 con il 14,3 per cento, Olbia-Tempio al 40° posto con il 13,1%, seguita da Nuoro al 43° posto con il 12,7 e dall’Ogliastra alla posizione 45 con il 12,2 per cento.

Il lavoro in rosa

L’analisi prende in esame anche il lavoro femminile e maschile, definendo la differenza tra uomini e donne che lavoro “Gender gap”. “Lo squilibrio tra tasso d’occupazione maschile e femminile è strettamente correlato allo squilibrio nella suddivisione del carico familiare tra donne e uomini – spiegano – e nella disponibilità e costo dei servizi di cura per i bambini, che sono molto differenziati nelle due aree del paese, ma anche e soprattutto all’aspettativa retributiva delle donne, che se è bassa non rende conveniente lavorare in presenza di figli a carico, perché il costo dei servizi sostitutivi per la cura dei bambini e per il lavoro domestico possono superare lo stipendio o ridurlo drasticamente”. Nonostante questa analisi la Sardegna registra un dato virtuoso: fra le 10 province nelle quali il gender gap occupazionale è più basso c’è solo l’Ogliastra come provincia del mezzogiorno con il 7%, a Sassari la differenza è del 10,8 per cento, a Oristano del 13,5, a Nuoro del 13,8 per cento, a Carbonia-Iglesias si sale al 18,2%, a Cagliari il 18,5, a Olbia-Tempio il 18,7% fino ad arrivare al 22,6 per cento del Medio Campidano.

Manuel Scordo

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