La Sardegna e il rischio di zona gialla: terapie intensive vuote, ma l’Rt è alto

Diverse analisi sulla diffusione del Covid spingono la Sardegna in direzione della zona gialla, ma il ministro della Salute vuole cambiare i criteri per i passaggi da un colore all’altro attribuendo più importanza alla pressione negli ospedali e questa prospettiva alleggerirebbe – almeno per ora – la posizione della Sardegna. L’Isola ha un Rt pari a 1.12 e l’incidenza più alta in Italia (33,2%) nel periodo di riferimento relativo alla settimana tra il 9 e il 15 luglio: l’Isola è quindi una delle sei zone con l’indice Rt sopra l’uno, ma rispetto alle altre Regioni ha un bassissimo livello dei posti occupati nelle Terapie intensive: per diversi giorni c’è stato un solo paziente in tutta l’Isola e adesso (al 16 luglio) ce sono tre. Un’altra rilevazione settimanale mette la Sardegna a rischio zona gialla basandosi sul rapporto tra i nuovi casi registrati e lo stato d’avanzamento del piano di vaccinazione. Secondo l’Altems, (Alta scuola di Economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica di Roma) “la Regione con il rischio maggiore di entrare in zona gialla è la Sardegna (0,32 su una scala da 0 a 1), seguita da Sicilia (0,31) e Veneto (0,24)” e “il rischio medio nazionale di divenire gialli è attualmente pari a 0,18”.

La pressione sulle terapie intensive sarde

In base a questi parametri, con la Sardegna che a metà luglio sta scovando un numero di nuovi casi che non si vedeva dalla prima metà di maggio, la strada verso nuovi provvedimenti potrebbe sembrare dietro l’angolo. Negli ultimi aggiornamenti dell’Unità di crisi regionale si è visto come la maggior parte dei nuovi contagi stia emergendo nel sud dell’Isola.  Tra questi ultimi dati risulta un’alta incidenza della contagiosa variante Delta e un’età media dei contagati sotto i 30 anni e la speranza è che i festeggiamenti per la vittoria degli Europei non portino conseguenze negative, ma per scoprirlo servirà ancora qualche giorno. Preoccupa, comunque, la crescita dell’indice Rt a livello nazionale perché – secondo gli esperti – potrebbe portare a successivi problemi. “L’Rt è in crescita e passa dallo 0.66 della settimana scorsa allo 0.91 di questa settimana – ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, a proposito della situazione nazionale -. Se oggi abbiamo un Rt che è intorno a 0.92, proiettando a una settimana avanti è a 1,24 con un intervallo 1,21-1,27″. Secondo Brusaferro questo incremento potrebbe portare a nuovi ingressi negli ospedali: “L’Rt ospedaliero è in crescita, anche se è in ritardo rispetto all’Rt: ciò è coerente perché sappiamo che l’Rt si muove per primo, poi arrivano i casi sintomatici e poi i ricoveri“.

In Sardegna adesso ci sono 46 pazienti positivi ricoverati in ospedale: tre si trovano nelle terapie intensive e i restanti 43 sono distribuiti negli altri reparti. Secondo il ministro Speranza, a fronte dell’avanzata dei vaccini in tutta Italia, dovrebbero essere questi i primi criteri da tenere in considerazione e non gli altri indici che hanno condizionato il passaggio da un colore all’altro nei mesi scorsi. “In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione è ragionevole che nei cambi di colore, e nelle conseguenti misure di contenimento – ha detto proprio oggi il ministro della salute, Roberto Speranza –, pesi di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori”.

Marcello Zasso

 

 

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