La Saras apre le paratie, versamento di idrocarburi a mare

Le forti piogge di questi giorni colpiscono Sarroch due volte: oltre agli allagamenti e alle frane sulla statale 195, si registra infatti anche un ingente versamento a mare di idrocarburi provenienti dalla Saras. La fuoriuscita degli inquinanti, riporta l’Unione Sarda, è da imputare al mancato contenimento dell’acqua piovana nei canali interni della raffineria. Quando si verificano forti precipitazioni, la Saras apre le paratie che scaricano a mare, dove finiscono anche gli idrocarburi. Come previsto dal  Piano di emergenza piogge torrenziali approvato dalle autorità competenti.

Ad accorgersi per primo della presenza di grandi chiazze viscose nello specchio di mare antistante la raffineria è stato Carmelo Mura, pescatore e presidente dell’associazione “Salva il mare“, che ha subito allertato la Guardia forestale, la Capitaneria di porto e il comune di Sarroch. Uscito in barca nella notte tra il 30 e il 1 ottobre, Mura ha prima rilevato un forte odore pungente tipico degli idrocarburi. “Ma in quella circostanza visto l’orario e la scarsa visibilità non era possibile appurare presenza o meno di tracce di inquinamento”, spiega Mura. E così ha rimandato la verifica alla mattina seguente. Qualche ora più tardi, con la luce del sole, ha potuto verificare la presenza di una chiazza oleosa tanto grande da perdersi a vista d’occhio. “Si estendeva dalla torre di raffreddamento dello stabilimento Sarlux in direzione N. N.E. In quel tratto l’increspatura del mare era inequivocabilmente appiattita dalla coltre di sostanze oleosa che formano degli effetti cromatici luccicanti tipico degli idrocarburi”, racconta il pescatore. E denuncia “gravi danni per la pesca, anche perché una parte degli idrocarburi dispersi si depositerà nei fondali”.

A poco sono dunque valse le panne contenitive, che pure sono state sistemate dagli operai Saras. “Il problema – spiega Mura – è che simili versamenti si verificano puntualmente ogniqualvolta piove con forte intensità. E per evitare simili fuoriuscite, l’associazione Salviamo il mare ha anche formulato delle proposte, presentate a più riprese anche ai dirigenti Saras. “Se si riesce a pompare il greggio dai serbatoi di Porto Foxi agli impianti, si può fare altrettanto per l’acqua contaminata. Attraverso un sistema di pompe da realizzare ex novo, l’acqua inquinata potrebbe essere coinvogliata  in serbatoi specifici e non dispersa in mare”, spiega il presidente dell’associazione. E aggiunge: “La triste verità è che ai Moratti non interessa applicare una simile soluzione”.

Nel frattempo, il sindaco di Sarroch Salvatore Mattana ha predisposto il prelievo di alcuni campioni d’acqua, di cui si attendono ora le analisi.

Dalla Saras arrivano le spiegazioni: “Abbiamo agito nel rispetto del piano di emergenza piogge torrenziali già da lunedì erano state predisposte le misure per fronteggiare gli effetti delle copiose precipitazioni.Tali misure hanno consentito di contenere le acque in eccesso e assicurare il regolare svolgimento delle attività del sito in piena sicurezza”. Ma in mare galleggiano ancora gli idrocarburi.

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