C’è un non detto nella guerra che L’Unione Sarda e Anthony Muroni stanno combattendo in questi giorni sulla gestione della Fondazione Mont’e Prama: da una parte le inchieste del quotidiano di Cagliari sulle “spese infinite” dell’ente, tutte documentate; dall’altra Muroni che, in qualità di presidente e quindi di legale rappresentante, prova a difendersi. Ma sono tutti online sul sito della stessa Fondazione gli affidamenti delle gare pubblicati dal giornale. Il non detto riguarda una battaglia legale aperta da anni per una causa di lavoro intrapresa da Muroni nel 2009 e di cui l’editore Sergio Zuncheddu non ha saputo nulla sino al 2016.
Questi i fatti, così come risultano dalla sentenza della Cassazione che a ottobre ha accolto il ricorso promosso da L’Unione Sarda e l’altro giorno depositato le motivazioni. La Corte Suprema ha cassato la sentenza di secondo grado e rinviato la querelle a un nuovo giudizio della stessa Corte d’appello di Cagliari, ovviamente “in diversa composizione”.
È l’8 maggio del 2009 quando Muroni cita in giudizio L’Unione Sarda, di cui all’epoca è ancora un giornalista senza stellette (diventa direttore nel 2012). Oggetto della contesa: un incidente sul lavoro avvenuto, a dire di Muroni, due anni prima nella redazione di Nuoro. Precisamente il 22 agosto del 2007.
Muroni sostiene di essere “caduto rovinosamente da una poltrona girevole d’ufficio, a causa dell’improvviso distacco di una rotella”. Per il giornalista, “l’unica responsabile” dell’accaduto è la società di Zuncheddu, a cui Muroni attribuisce la colpa di “non aver svolto un adeguato controllo” né la “manutenzione sui beni strumentali, omettendo in tal modo di garantire la sicurezza e l’incolumità del dipendente nell’esercizio delle mansioni lavorative, durante l’orario e nel posto di lavoro”.
Muroni, nel frattempo, nel giornale di Zuncheddu fa carriera. Da Nuoro viene trasferito a Cagliari, dove diventa il notista politico di riferimento, ciò che lo porta ad ottenere nel 2012 lo scettro da direttore. La causa di servizio, però, va avanti sottotraccia, se ne occupavano gli uffici amministrativi. L’editore è all’oscuro di tutto. Sino al 2016, anno in cui Muroni non solo finisce la sua avventura da direttore, ma da L’Unione Sarda deve fare proprio le valigie. Il divorzio è totale.
L’altro giorno la Cassazione ha dato ragione a Zuncheddu, sostenendo infondata la decisione della Corte d’appello di Cagliari di non accogliere “le nuove prove prodotte dal quotidiano, secondo il quale “Muroni ha avuto un incidente domestico e non sul lavoro”. Non in redazione. I giudici hanno così annullato la sentenza di secondo grado che dava ancora ragione a Muroni e rinviato di nuovo tutto alla Corte d’appello affinché “le specifiche circostanze fattuali” raccolte dal quotidiano diventino “elemento di prova”.
Muroni è difeso dagli avvocati Enrico Maria Mastinu e Franco Pilia; L’Unione Sarda da Vincenzo Ricciuto, Paolo Sanna e Antonino Menne.