Colpevole inerzia politica e istituzionale, a partire dalla Regione: è questa la denunciata dalla Cisl della Sardegna. E punta il dito sui “Sui sette miliardi di residui passivi, cioè di somme impegnate e non spese, possibili addirittura 5 mesi di esercizio provvisorio!”
Mentre peggiorano tutti gli indicatori economico-sociali della crisi l’attenzione si rivolge più alla logica degli schieramenti e ai futuri assetti delle istituzioni che al governo di fenomeni drammatici, quali la disoccupazione e la recessione economica. Un grido di allarme che si colloca nel quadro politico attuale, con la nuova giunta che sarà pronta la prossima settimana. In una nota firmata dal segretario generale Mario Medde il sindacato a chiare lettere ribadisce l’urgenza di rivedere le misure messe in campo per attutire l’impatto della crisi e ridurre il peso della disoccupazione.
Le percentuali. Infatti il 15,5% come tasso di disoccupazione, un numero impressionante di poveri che supera le
350.000 unità, un prodotto interno lordo che nella variazione annua registra recessione e stagnazione, sono indicatori che attestano quantomeno l’urgenza di una revisione delle politiche dello sviluppo e del lavoro.
Si è certamente di fronte a fenomeni che vanno ben oltre la Sardegna, ma ciò che caratterizza l’Isola è il perdurare di una crisi più che decennale, a fronte di potenzialità di miglioramento vanificate dalla scarsa efficacia delle istituzioni locali e nazionali.
Non si può galleggiare nella crisi, pena il regredire ulteriormente verso situazioni difficilmente recuperabili. Ecco perché è indispensabile una svolta ed un segnale forte di speranze da coltivare per i giovani e per quanti hanno perso il posto di lavoro.
In caso contrario, ciò che ci separa dal prossimo appuntamento elettorale saranno mesi di stallo, sia nella capacità di spesa della Regione che negli interventi necessari a promuovere nuove opportunità lavorative e ad avviare una nuova fase di crescita economica. Restano pochi mesi – ricorda Medde – all’appuntamento di una nuova campagna elettorale, quella per il rinnovo del Consiglio Regionale, è urgente evitare che la questione sociale ed il lavoro vadano oltre gli annunci e diventino invece una reale priorità della politica sarda.