La Cassazione ha confermato il proscioglimento “per la particolare tenuità del fatto” del writer sardo ‘Manu invisible’ per aver dipinto un piccolo murales nei pressi della stazione milanese di Lambrate, il 20 giugno 2011. Con questo verdetto la Seconda sezione penale della Suprema corte ha respinto il ricorso con il quale la procura di Milano contestava la scarsa rilevanza penale del comportamento del ‘graffitaro’ che in primo grado, il 17 gennaio 2014, era stato assolto completamente. In appello, invece, i magistrati riformarono ‘in peggio’ per l’imputato la sentenza assolvendolo solo grazie alla legge che ha ‘depenalizzato’ gli illeciti meno gravi. Stamani in Cassazione il giovane writer, che vuole che il suo nome sia tutelato dalla privacy, era in Cassazione insieme al suo avvocato Giuseppe Quaglia. La Cassazione, pur non dando il via libera alla libera manifestazione della grafic art sui muri delle città, ha però dichiarato “inammissibile” il ricorso del Pm di Milano come richiesto anche dalla procura della Suprema corte.
LEGGI ANCHE: La Cassazione dà ragione a Manu Invisible: confermato il proscioglimento